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Ponte sullo Stretto, l'onorevole Compagnone: "No della Camera ennesimo schiaffo in faccia ai siciliani"

Il deputato regionale autonomista critico dopo il voto in aula che ha cassato la parola “Ponte” dal testo sugli interventi da individuare per migliorare la mobilità da e per la Sicilia

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MessinaToday

“Il no al ponte sullo stretto è l’ennesimo schiaffo in faccia ai Siciliani da parte di un governo incapace, confuso e litigioso che non perde occasione per umiliare la Sicilia".

Ad affermarlo è il deputato regionale autonomista Pippo Compagnone in riferimento al voto in aula di ieri alla Camera dei Deputati che ha di fatto cassato la parola “Ponte” dal testo sugli interventi da individuare per migliorare la mobilità da e per la Sicilia. "Verrebbe da chiedere cosa significa ‘’realizzare un collegamento stabile e veloce dello Stretto di Messina mediante la realizzazione di opere adeguate e la previsione di mezzi idonei e sostenibili’’ considerato che è questo il testo della mozione approvata ieri dalla Camera che ha invece bocciato le mozioni delle opposizioni che indicavano apertamente la necessità ed urgenza di realizzare il Ponte.”

"E c’è persino chi, all’interno del Movimento 5 Stelle, ha alzato le barricate perché questo incomprensibile testo potrebbe essere equivocato come una disponibilità a realizzarlo – continua Compagnone - Insomma, questi ci vogliono veramente abbandonare a noi stessi, voglio impedire in tutti i modi il completamento del corridoio Berlino – Palermo che l’Europa chiede da anni. Se il M5S crede che ai siciliani basti la promessa di un’assistenza, o una qualche piccola regalia, per abbassare la testa si sbagliano di grosso e dovranno fare i conti con una rabbia che cresce. Se questo Governo non ci vuole in Europa, se questo Governo pensa di poter chiudere la Sicilia in una zona arancione senza senso, se per questo Governo siamo buoni solamente a caricarci addosso tutto il peso del fenomeno migratorio, allora sappia questo Governo che la miccia è accesa ed il vento del malcontento soffia su di essa. Se l’autonomia non basta a pretendere ed ottenere i nostri sacrosanti diritti cos’altro dobbiamo chiedere, l’indipendenza forse?".

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