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Il Patto per la città di Messina spacca la politica, il botta e risposta fra Nino Bartolotta e Cateno De Luca

Il botta e risposta fra il segretario del Pd e il primo cittadino. In gioco i finanziamenti del ricovery fund e gli impegni di spesa per la città metropolitana rendicontati al centesimo. Un clima da campagna elettorale, anche se ancora c'è tempo

Ancora lontane le elezioni ma il clima è quello di una campagna elettorale. A entrare nel dibattito sono i fondi del ricovery fund, gli investimenti europei che hanno l'obiettivo di arginare le conseguenze economiche del coronavirus. Ad accendere la miccia Nino Bartolotta, il segretario del Pd, che ha puntato il dito contro il sindaco Cateno De Luca sulla gestione dei fondi. "Sono passati oltre 4 anni dalla firma dei 335 milioni di euro del Patto per la Città di Messina di cui, come ha ricordato di recente Piero David, sono stati impegnati soltanto 59,93 milioni e spesi appena 15,226 milioni: c'è da rabbrividire al solo pensiero di cosa accadrà quando si aggiungeranno anche le risorse del Recovery fund». Il segretario del Pd Nino Bartolotta  lancia un allarme sulla gestione di questi fondi. «Ingenti risorse, senza precedenti – continua Bartolotta -   che potrebbero rappresentare sviluppo e occupazione per il territorio dell'area metropolitana ma che non si riescono ad impegnare e ancor di più a spendere mentre disoccupazione, crisi delle imprese, emigrazione di forza lavoro sono sempre più evidenti". 

"Una vera e propria emergenza che non pare essere la priorità nell’ agenda politica di chi è stato demandato al coordinamento e alla gestione del patto che a tutt’oggi palesa un’evidente assenza di regia, e ancor più grave, di strategia. La Città di Messina che dovrebbe essere l'hub naturale dei Comuni della Provincia e dovrebbe con gli stessi concertare e condividere la pianificazione strategica dello sviluppo del territorio metropolitano, ha scelto di andare da sola. E così, mentre tanti validi progetti cantierabili rimangono nei cassetti dei Comuni, senza alcuna concertazione con i rappresentanti dei territori viene riprogrammato e sottoscritto nel 2019 l'Atto modificativo del Patto per lo sviluppo della Città di Messina cancellando risorse per infrastrutture importanti come lo svincolo autostradale di Monforte San Giorgio", aggiunge. 

"Urge una cabina di regia, un tavolo di confronto permanente con i sindaci del territorio metropolitano, con il supporto di esperti di programmazione e funzionari degli enti preposti al rilascio dei vari pareri, affinché si attui un puntuale monitoraggio degli interventi proposti nel patto e delle criticità che rallentano le operazioni di impegno e di spesa, richiedendo, qualora necessario, l’ulteriore riprogrammazione del Patto con l'inserimento dei soli progetti esecutivi e cantierabili, spostando sulle risorse della nuova programmazione comunitaria 2021-2027 e di quelle aggiuntive nazionali, i progetti più complessi non ancora cantierabili", sottolinea. 

"Un tavolo permanente - conclude Bartolotta - sullo sviluppo della città metropolitana di Messina per inaugurare una nuova fase nelle relazioni politiche ed amministrative che hanno caratterizzato gli ultimi anni: dallo scontro continuo, politico o campanilistico, fine a se stesso, bisogna passare alla fase della ricostruzione che parta da un dialogo continuo tra gli attori del territorio e che abbia come obiettivo comune quello di dare una nuova prospettiva di crescita alla città metropolitana.  Per non ripetere gli errori del passato, è necessario confrontarsi e stabilire una strategia comune che superi anche i colori politici e che abbia come unico obiettivo quello di rilanciare la città metropolitana di Messina; lo sviluppo va pensato e programmato. Non sarà il prodotto di un intervento dall'esterno ma il risultato della volontà politica complessiva di una comunità. È una sfida ambiziosa che vogliamo lanciare alla politica ed alle forze sociali: mettiamoci attorno ad un tavolo e lavoriamo assieme per programmare lo sviluppo". 

La replica di Cateno De Luca 

Con una lunga e articolata rendicontazione delle spese risponde il primo cittadino Cateno De Luca. "Al mio insediamento a giugno 2018 (dopo quasi due anni dalla firma di Renzi del Patto per Messina il 22 ottobre 2016) non vi era traccia di nessuna attività di progettazione e monitoraggio delle procedure amministrative degli interventi inseriti. Sulla somma di 332 milioni assegnati con Delibera CIPE 26/2016 sugli interventi di competenza del Comune di Messina l’incidenza di spesa era pari allo 0,0005%", scrive in una nota. 

"Sintetizzo brevemente le attività di coordinamento e gestione avviate da luglio 2018 secondo il metodo De Luca: riunioni settimanali per attività di ricognizione e monitoraggio con tutti dipartimenti ed i RUP di tutti i soggetti beneficiari (comuni della Provincia inclusi); acquisizione dei dati di monitoraggio e  verifica di tutti gli interventi; rielaborazione delle informazioni sullo stato di attuazione e sulla base dei dati acquisiti accelerazione procedure amministrative con fissazione delle scadenze per la stipula obbligazione giuridicamente vincolanti e inizio lavoro/inizio servizi/consegna fornitura; estrapolazione di un quadro organico degli investimenti;  variazione finanziaria approvata con Delibera G.C. n. 556 del 17 ottobre 2018 e oggetto di positivo riscontro formalizzato con un Atto modificativo del Patto per lo Sviluppo della Città di Messina a firma congiunta del Ministro per il Sud e del Sindaco della Città di Messina firmato il 28 ottobre 2019; assegnazione di una dotazione finanziaria aggiuntiva pari a 3 Milioni di € (ex Delibera CIPE 15/2019) per la realizzazione di tre asili nido nel territorio Comunale che ha portato la dotazione finanziaria a 335 milioni di €.

Ed ecco i risultati del metodo DE LUCA in termini di impegni finanziari:

  • a dicembre 2017 impegni finanziari € 2.938.754,60 (0,9%)
  • a dicembre 2018 impegni finanziari € 21.051.067,63 (6,5%)
  • a dicembre 2019 impegni finanziari € 45.500.56,97 (13,8%
  • a dicembre 2020 impegni finanziari € 60.375.504,30 (18,2%)

"Ma il PD lo sa che siamo la prima città metropolitana siciliana per impegni finanziari assunti e la seconda in Italia dopo Napoli? E siamo secondo sol perché il comune di Napoli, unico centro di spesa, registra nel 2018 un impegno finanziario di oltre 58 milioni di € per progetti di trasporto già avviati mentre a MESSINA le procedure sono rallentate da oltre n. 30 centri di spesa? Di contro, e sono certo che ne sarà felice per la città di Messina, siamo i primi in Italia sulla spesa del PON METRO", aggiunge. 

"E l’analisi dimostra anche che il periodo emergenziale legato alla Pandemia COVID-19 sia stato un banco di prova importante per la dimostrazione della tenuta del sistema di gestione della spesa frutto evidentemente di una corretta attività di programmazione e monitoraggio della stessa svolto nei periodi antecedenti a quello in discorso. Non soltanto si sono mantenuti alti i livelli di spesa ma addirittura vi sono stati dei miglioramenti a confronto con le altre Città Metropolitane a livello nazionale in termini di crescita relativa", spiega. 

"Di fronte a questi risultati appare quanto mai ardito che il segretario del PD affermi non pare essere la priorità politica di chi è stato demandato al coordinamento e alla gestione del patto che a tutt’oggi palesa un’evidente assenza di regia, e ancor più grave, di strategia …. assenza della pianificazione strategica. Ma in fondo si tratta di quello stesso partito, il PD, che non mosse un dito quando il governo Renzi aveva “dimenticato” Messina nell’elenco delle Città Metropolitane beneficiarie di Patti? E che oggi sempre il solito smemorato PD dimentica anche che fu grazie all’on.le Enzo Garofalo e Gianpiero D’Alia che fu presentata un’interrogazione urgente chiedendo che la grave esclusione? Quanti vuoti di memoria è una malattia o un modo di fare?", sottolinea. 

"E lo sa il PD che la riprogrammazione del 2019 fu effettuata proprio per non perdere risorse con progetti impossibili da rendere cantierabili entro le date previste, progetti che non avevano i requisiti per essere realizzati in assenza di Valutazione D'impatto Ambientale ad esempio? Non sarebbe stato opportuno prevedere già in sede di sottoscrizione del Patto, da parte del governo Renzi (segretario PD) progetti appaltabili con pareri non scaduti, oltre che con una governance definita ed assolutamente poco chiara?", spiega ancora. 

"E il PD che lamenta una mancata condivisione di pianificazione strategica dello sviluppo del territorio metropolitano lo sa che DE LUCA è stato il primo Sindaco ad avviare un confronto permanente con i sindaci del territorio metropolitano per la predisposizione di un Piano Strategico Metropolitano con il supporto di esperti di programmazione e dirigenti e funzionari che ha permesso un notevole incremento negli impegni spesa e nella strategia generale con obbligazioni giuridicamente vincolanti che non faranno perdere nemmeno un euro al territorio? E che il territorio della città metropolitana potrà avere il suo Piano Strategico ove confluiranno, tra gli altri, tutti gli interventi coerenti con il Piano che non potevano rispettare i vincoli temporali dell’attuale Patto? E in merito alla sua sollecitazione: ulteriore riprogrammazione del Patto con l’inserimento dei soli progetti esecutivi e cantierabili, Le comunico che potrà essere attuata solo se sarà approvata la richiesta avanzata l’11 marzo 2021 da questa amministrazione al Ministero di proroga dei vincoli temporali per le assunzioni delle obbligazioni giuridicamente vincolanti." sottolinea. 

"Ritiene Bartolotta che il Sindaco sia chiuso verso proposte alternative alle sue e che finora abbia gestito emergenze senza avere una visione strategica della città? E questa dichiarazione proviene proprio da chi ha ricoperto la carica di assessore regionale alle infrastrutture nella Giunta di governo Crocetta, espressione della corrente del Pd che faceva capo all’on. le  Francantonio Genovese, e non si era mai accorto che in città vi era una emergenza socio-sanitaria che investiva oltre 8mila messinesi (di cui 5 mila minori) che vivono in baracche con tetti in eternit e fogne a cielo aperto?", aggiunge. 

"Invece di affrontare temi in cui non si possiedono evidentemente le corrette informazione, si preoccupi, il segretario territoriale del PD (che è al governo nazionale) di far attuare quelle riforme, anche in tema di governance di spesa ed appalti pubblici, che già vedono i lobbisti tirare per la giacca questo o quel parlamentare sulle bozze di decreto semplificazione in via di stesura. Non vorremmo che, come in passato, la logica delle lobby partorisca quel topolino che poi non permetta la spesa di quei fondi assegnati alla città metropolitana  che, fosse stato per il PD, nel 2017 non vedevano Messina tra gli enti beneficiari", conclude. 

"E pur comprendendo la difficile fase del Partito democratico in questo momento, l’ascolto del territorio non è un esercizio da svolgere occasionalmente in maniera strumentale per rilanciare l’immagine di un partito o peggio di un candidato. Questa è una amministrazione diversa, la cui visione strategica è stata posta a base di una campagna elettorale costruita nel tempo, e sfido chiunque a verificare attraverso le relazioni se vi è un obiettivo che non sia stato raggiunto o programmato per essere raggiunto. Siamo diversi perché siamo orientati ai risultati e non alle strumentali polemiche partitiche o alle sedute spiritiche. E siamo prontissimi e aperti ad un confronto con il Partito Democratico sui risultati raggiunti da questa amministrazione e sulla visione strategica che DE LUCA ha su questa città e la invitiamo a confrontarsi liberamente con noi su una proposta alternativa credibile e costruttiva. La aspettiamo".

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