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Risanamento, l'appello di Cambiamo Messina dal Basso: "Requisire le case sfitte"

Il movimento politico indica la strada per accelerare le operazioni di sbaraccamento. "Una soluzione non utilizzata neanche dalla precedente amministrazione". I dubbi su Arisme: "A cosa serve se i deputati propongono un commissario?"

Requisire gli alloggi sfitti per accelerare le operazioni di sbaraccamento. E' la strada proposta da Cambiamo Messina dal Basso sul problema del risanamento edilizio.

Il movimento politico fa mea culpa e ammette che l'ipotesi proposta, prevista giuridicamente in condizioni di emergenza, non era stata presa in considerazione neanche durante il governo Accorinti. "E’ necessario - spiega CMdB -  a nostro avviso utilizzare altri strumenti previsti dalla normativa, non utilizzati neanche dalla precedente amministrazione,  per dare subito un’abitazione decente a chi vive in baracca o in situazioni disagiate, senza aspettare i tempi necessariamente lunghi di leggi speciali e burocrazie e programmando successivamente, in maniera seria, un percorso che porti ad affrontare strutturalmente il problema abitativo e sociale. Perché dunque non ricorrere ad un istituto giuridico come la requisizione, previsto e giustificato dalla normativa".

Non si tratterebbe di un esproprio ma di un provvedimento a tempo determinato che prevede il pagamento di un indennizzo ai legittimi proprietari prima della definitiva restituzione dell'appartamento.

Una tesi supportata anche dai numeri. Messina, infatti, conta almeno 18.000 case vuote e risulta essere tra le prime in Italia per numero di immobili sfitti. "Basterebbe la requisizione di solo il 15% del patrimonio immobiliare sfitto esistente a Messina - spiega il gruppo a sostegno dell'ex sindaco -  per dare subito una casa a migliaia di concittadini che ne hanno bisogno e  che non possono continuare a vivere in queste precarie condizioni che mettono a rischio la salute e la vita".

Il movimento punta poi il dito contro Arisme e sugli annunci del sindaco Cateno De Luca. "Dopo 18 mesi, scopriamo che non è possibile fare nulla senza una legge speciale nazionale, che ci dovrebbe essere 'concessa'  grazie alla mobilitazione di deputati e senatori che senza vergogna vengono a dirci che nulla sapevano delle baracche di Messina. Ma a cosa dovrebbero servire i soldi della legge speciale, se per mesi si è dichiarato che erano stati acquisiti, sbloccati, concessi fondi sufficienti per risolvere definitivamente il problema delle baracche? Dove sono finiti questi soldi?
Che ce ne facciamo di una società partecipata come Arisme  nata per accelerare le procedure di risanamento, se si propone addirittura la nomina di un commissario per gestire gli eventuali nuovi fondi nazionali, e se il sindaco si dichiara pure d’accordo? Altro che stato d’emergenza, siamo allo stato confusionale ed alla certificazione dell’ennesimo, fallimentare approccio alla questione risanamento".

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