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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Terremoto Tari, De Luca al contrattacco contro Navarra: “Ha risentimenti personali, c'è il tentativo di sovvertire il voto democratico”

Il sindaco contro il deputato messinese che con altri colleghi del Pd ha chiesto provvedimenti ed eventuale rimozione dopo la diretta facebook contro i consiglieri che hanno bocciato il nuovo Piano tariffario della tassa sui rifiuti. Sei pagine di replica indirizzate al presidente della Repubblica e al ministro dell'Interno. Lo scontro che parte dalla questione risanamento

“Accuse infondate ed infamanti”. Si è fatta attendere 24 ore la replica del sindaco di Messina Cateno De Luca alla richiesta di rimozione avanzata dai deputati del Pd del deputato Pietro Navarra, Santi Cappelani, Carmelo Miceli e Fausto Raciti hanno chiesto provvedimenti nei confronti del primo cittadino, compreso il possibile il ricorso all’articolo 142 del Testo unico degli enti locali, che prevede la rimozione dalla carica. 

In una lettera di oltre sei pagine fitte fitte, De Luca si è difeso dalle accuse di “istigazione a delinquere” per gli attacchi social del sindaco scaturiti dalla bocciatura da parte del consiglio comunale del piano tariffario sui rifiuti.

Una replica dura indirizzata al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio dei ministri, al ministro dell’Interno e al prefetto di Messina nonché per conoscenza agli stessi deputati che ne hanno chiesto la rimozione.

De Luca sintetizza prima la richiesta dei deputati che hanno relazionato sul “costante incentivo alla violenza e all'odio sociale”, ricordando la sua condanna per vilipendio e stigmatizzando l’invito del sindaco durante la diretta    Facebook, ad andare a “cercare uno per uno” i consiglieri che avevano votato no all’aumento della Tari, indicandoli nominativamente come i responsabili di più di 120 licenziamenti.

Poi sferra un duro attacco contro l’onorevole Navarra accusandolo di agire contro di lui per risentimenti personali e di ostacolare l’attività amministrativa a cominciare dalle questione legate al risanamento “manovrando un terzo dei consiglieri che bloccano strumentalmente le iniziative proposte, financo quando si tratta di obblighi di legge come la verifica degli equilibri di bilancio, che non è stata ad oggi approvata nonostante la scadenza fissata al 31 luglio scorso”.

Lo scontro sul risanamento e le “richieste” di Navarra

“Rammento ancora che nel luglio 2018 l’On.le Navarra mi chiese un incarico per uno studio sull’impatto socio economico del fenomeno dei baraccati – scrive De Luca -  E mentre io mi battevo per proclamare lo stato d’emergenza nazionale perché non tolleravo che ottomila miei concittadini passassero un solo giorno in più tra fogne a cielo aperto e sotto tetti in eternit, l’On.le Navarra aveva il coraggio di chiedermi risorse finanziarie per studiare il fenomeno da un punto di vista sociologico!! Vi assicuro che il fenomeno è stato ampiamente studiato e analizzato con autorevoli monografie in 112 anni e nel corso di 67 governi della Repubblica ma dalle parole ai fatti siamo passati solo con l’Amministrazione De Luca, e questa è la verità storica che probabilmente reca maggiore disturbo al mio accusatore.

Ecco la ragione per la quale il giorno dopo che fu pubblicata la graduatoria del Bando MIT Qualità dell’Abitare con Messina al primo posto con un  finanziamento di 170 milioni di euro, invece di gioire per il risultato storico raggiunto dall’Amministrazione De Luca, l’On.le Navarra dichiarò di non essere stupito perché il Ministro Infrastrutture e Trasporti aveva tagliato la stoffa per cucire e consegnare una serie di vestiti su misura che hanno determinate caratteristiche di degrado urbano e Messina aveva la fisionomia – il fisico – più adatto per indossare quei vestiti”. L’Amministrazione comunale ha fatto bene a provarli (ndr i vestiti???) e una volta fatto, non poteva vederli che consegnati.

Pertanto, invece di riconoscere i meriti di un’Amministrazione che, con le sue proprie forze, aveva preparato 4 progetti che risultarono primi in graduatoria, l’On.le Navarra accusò il Ministro di aver pubblicato un bando pubblico che era confezionato su misura”.

De Luca  accusa poi il tentativo di sovvertire il voto democratico con uno strumento che può essere utilizzato solo innanzi ad una chiara e comprovata responsabilità soggettiva del sindaco ed entra del merito della vicenda.

La diretta facebook e le contestazioni

“Di che cosa vengo dunque accusato? – scrive  - Di avere diffuso il nome dei consiglieri comunali che hanno bocciato la delibera per l’approvazione del Piano tariffario Tari 2021 e di avere detto, durante una diretta facebook, di andare a cercare i consiglieri che si erano espressi in senso sfavorevole”.

Per il sindaco si tratta di una “mistificazione dei fatti senza rendere noto ciò che è realmente successo” e spiega che subito dopo il voto sul piano Tari sono stati molti dei consiglieri comunali a pubblicare sulle proprie pagine facebook “post con allegata la fotografia del tabellone d’aula nel quale era riportato l’esito della votazione, vantandosi di avere determinato, con il loro voto, la bocciatura della delibera”.

De Luca allega i post – ripresi anche dalla stampa - pubblicati dai consiglieri La Tona, Cannistrà, Argento e La Fauci, “a dimostrazione del fatto che questi consiglieri, per i quali l’On.le Navarra esprime preoccupazione per la loro incolumità, hanno pubblicamente fatto vanto della loro posizione politica, ritenendo di avere tutelato in tal modo le finanze pubbliche e di essersi opposti ad un aumento delle tasse che, a loro dire, era ingiustificato”.

La mera elencazione dei nominativi dei consiglieri dunque, secondo il sindaco, non può assumere alcuna valenza intimidatoria, anche perchè i lavori d’aula sono trasmessi in diretta streaming, la stampa ha riportato ampia narrazione nella cronaca locale,  il voto è stato espresso in modo palese e gli stessi consiglieri che hanno votato in senso sfavorevole non hanno mancato di mettere in risalto la loro scelta.

Il voto e i “padrini politici”

“Pertanto, quale valenza intimidatoria potrebbe avere la mia dichiarazione – motiva De Luca - laddove mi sono semplicemente limitato ad elencare i detti consiglieri che hanno espresso voto contrario? Nessuna, evidentemente. A meno di non dovere pensare che questi stessi consiglieri non abbiano espresso un voto libero e consapevole, ma siano stati condizionati dai loro “padroni politici” (la Sicilia si sa che purtroppo ancora è in parte terra di pupi e pupari) e costretti ad esprimere il voto contrario, nonostante le inevitabili ripercussioni che tale voto era destinato a spiegare sul servizio di raccolta dei rifiuti e sulle assunzioni che erano state già programmate per migliorare detto servizio e l’impossibilità di rinnovare ben 32 contratti di lavoratori a tempo determinato oltre alla cassa integrazione per oltre cento operai”.

Ed è proprio sulle ripercussioni della bocciatura che il sindaco si sofferma nella parte finale della sua lettera parlando di “macelleria sociale” determinata dal voto negativo in aula “che ha imposto immediatamente l’adozione delle misure di salvaguardia per evitare che la Messina Servizi Bene Comune Spa” si indebitasse compiendo spese senza copertura.

Tagli per 5 milioni di euro destinati a incidere sul costo del personale “traducendosi nella impossibilità di rinnovare il contratto a tempo determinato per 32 lavoratori il cui contratto sarebbe scaduto il 2 agosto 2021 e nell’adozione della cassa integrazione a rotazione, con integrazione salariale, per circa 110/120 lavoratori a tempo indeterminato”  nella mancata assunzione “già programmata, di circa 130 operatori che sarebbero stati impiegati nel servizio di spazzamento delle strade”.

La determina sindacale

“Proprio al fine di spiegare ai miei concittadini le ragioni di tali scelte ed evitare le inevitabili proteste che ne sarebbero scaturite – spiega De Luca -  avviavo una diretta facebook nella quale spiegavo le misure adottate e invitavo a chiedere spiegazioni ai consiglieri sulle ragioni del loro voto contrario, specificando che si era trattato di un voto esclusivamente politico, non assistito da alcuna valida motivazione giacché il Piano Economico Finanziario in forza del quale si rendeva necessario adeguare le relative tariffe Tari 2021, era stato già validato dall’Ente Territorialmente Competente che, in Sicilia, è rappresentato dalla S.R.R. (Società per la Regolamentazione del servizio di gestione rifiuti). Non spettava dunque ai consiglieri comunali entrare nel merito del Pef, del quale – come posso testimoniare le registrazioni delle sedute d’aula – sconoscevano il contenuto e i criteri di determinazione della spesa. Financo il Collegio dei Revisori dei Conti, chiamato a rispondere in aula in merito al Pef, aveva spiegato che il suo esame era di esclusiva competenza della S.R.R. Messina Area Metropolitana, che lo aveva validato con provvedimento del 20/05/2021, rendendo superflue ed ultronee tutte le osservazioni che i consiglieri pretendevano di muovere al detto documento. Ma anche questo parere veniva ignorato, confermando il voto sfavorevole da parte dei 13 consiglieri che motivavano la loro scelta dicendo di non volere essere ritenuti i responsabili dell’aumento della tassa sui rifiuti. Ecco, in sintesi, spiegati ed esposti i fatti che hanno originato la mia animata diretta – conclude il sindaco -  a seguito della quale, dopo un ulteriore approfondimento tecnico-giuridico con gli uffici, mi sono assunto la responsabilità di approvare le variazioni tariffarie con determina sindacale in virtù ed applicazione dell’art. 32 comma 2 della Legge n. 142 del 1990 come recepita in Sicilia dalla L.R. n. 48 del 1991, sottoponendo tuttavia, in modo prudenziale, l’efficacia di tale provvedimento all’approvazione da parte di ARERA alla quale, ieri stesso, è stato trasmesso il PEF 2021 dalla S.R.R. Messina Area Metropolitana”.

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