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Fondi europei non spesi per Messina, De Luca: “Mi trasferisco a Palermo, pronto a occupare tutti i Palazzi”

Una sentenza della Corte costituzionale documenta ritardi per colpa della guerra fra le istituzioni e salva l'articolo 99 del 2018 elaborato dal sindaco quando era ancora deputato. Ecco cosa prevedeva e perchè rischia di essere cancellato di nuovo

“Una sentenza della Corte costituzionale  che finalmente restituisce tanta verità alle nostre battaglie e stana i soliti personaggi politici che sull’altare della caccia all’uomo  sacrificano gli interessi delle varie comunità”.

L’analisi è del sindaco di Messina Cateno De Luca e fa riferimento alla sentenza firmata dal presidente della corte costituzionale Marta Cartabia che mette in evidenza come il conflitto fra istituzioni sia all’origine del mancato utilizzo dei fondi europei, oltre un miliardo, che sarebbero potuti essere spesi anche a Messina e che invece sono rimasti bloccati per due anni col rischio ora di essere cancellati definitivamente.

De Luca ha annunciato di voler occupare tutti i palazzi e di trasferirsi a Palermo fino a quando non sarà scongiurato il pericolo di perdere definitivamente questi fondi. Ma andiamo per ordine.

La sentenza della Corte Costituzionale

La sentenza 62 della Corte costituzionale, definita dopo quasi due anni, fa riferimento ad una impugnativa a buona parte della legge finanziaria della Regione siciliana da parte del governo Conte.  Le norme impugnate sono quelle contenute nell’articolo 99 della legge finanziaria della Regione siciliana del maggio 2018 messe a punto proprio dal sindaco De Luca quando era deputato regionale.

“Ho scoperto miliardi di euro non spesi durante le nottate fatte a Palazzo dei Normanni – spiega De Luca - Un cassetto pieno di miliardi di fondi extra bilancio. Ne individuai circa 1miliardo e 800 che riguardavano il Poc, programma operativo complementare suddiviso in 11 assi strategici che vanno dall’ambiente al turismo. Ho preso quel cassetto, l’ho aperto e ho prelavato 404 milioni 500mila euro facendo in commissione bilancio una serie di emendamenti definiti, con l’accordo di tanti deputati, in un articolo omnibus, l’articolo  99 della legge finanziaria. Questo articolo fu avversato soprattutto dai 5Stelle, capogruppo era allora una deputata di Messina che per gelosie locali mi ha fatto la guerra. Non gliene fregava niente che tante di queste risorse, quasi cento milioni, fossero destinati a Messina che non è solo una città babba,  perché avendo certi rappresentanti politici che rasentano la delinquenzialità è pure sfortunata. Ora le sentenze della Corte costituzionale parlano chiare: quei fondi sono rimasti bloccati per due anni solo per la caccia all’uomo, solo perché sapevano che mi sarei candidato a sindaco di Messina. Pur di andarmi addosso hanno fatto le più inumane cose”.

Gli interventi previsti non solo per Messina

Ma quali interventi erano previsti? De Luca snocciola punto per punto.  Venti milioni di euro per l’emergenza idrica (allora Messina rimase per quasi un mese senz’acqua), 10 per l’abbattimento delle barriere architettoniche, 3 milioni peri presidi ospedalieri nelle zone ad alto rischio ambientale come Milazzo ma anche a Gela, 25 per bonificare l’area ex Sanderson dove ci sono ettari di veleni, 40 milioni per le baracche, 50 per il piano straordinario dell’eliminazione dell’amianto, 20 per realizzare rifugi sanitari come per randagismo per tutti i comuni siciliani con priorità per le città metropolitane, 9 milioni e mezzo destinati per la redazione dei piani di utilizzo del Demanio marittimo e per la redazione dei piano regolatori generali, 24 milioni per il risanamento dei centri storici, 13 per la realizzazione di nuovi impianti sportivi e 25 per riqualificare gli impianti esistenti, 20 come fondo di progettazione per i Comuni, 50 per realizzare un sogno, per i villaggi del dopo di noi, per ospitare tutti i “fratelli speciali” che perdono i loro parenti, 10 per riqualificare i contesti territoriali sotto il profilo architettonico e monumentale che hanno ottenuto riconoscimento dall’Unesco, 50 milioni di euro per la messa in sicurezza e la riqualificazione monumentale di tutte le chiese della Sicilia, 500mila euro per la riqualificazione della fornace Penna di Scicli, un milione per promuovere start up per l’innovazione tecnoclogica, 1 per trasformare i pescherecci per attività turistica e 5 milioni di euro  per i giovani laureati con borse di studio per chi voleva specializzarsi all’estero e scambi culturali in ambito europeo.

Lo scontro politico con i 5Stelle

“Tutto questo – dice oggi De Luca - è rimasto bloccato proprio per questa azione schifosa sotto il profilo politico che ha leso il principio di leale collaborazione. L’articolo rispettava gli assi strategici dei vari programmi di finanziamento tanto che su questa legge la Corte costituzionale non ha eccepito nulla. La norma è stata fatta bene, anche se allora sono stato massacrato da buona parte dei mistificatori dei 5Stelle. Io adesso non pretendo che chiedano scusa adesso, fatele alla città e smettetela di continuare con la caccia all’uomo”.

De Luca propone un patto di pace, un sostegno per rendere finalmente spendibili quei fondi. La palla, infatti, passa al Parlamento regionale alle prese con la nuova legge di stabilità. Ma c’è un però.

La nuova legge di stabilità e i rischi per l'articolo 99

“Il governo regionale – spiega - ha approvato la legge di stabilità il 10 aprile chiedendo di poter riprogrammare tutto, abrogando le leggi che sono in contrasto con questo mandato. Cosa significa? Che le leggi come l’articolo 99, che la Corte Costituzionale ha salvato, verrebbe cancellato. Mi auguro che sia una svista, che Musumeci fosse distratto quando qualcuno ha scritto questa porcheria. Perché l’unica legge regionale emanata con la copertura dei fondi extrabilancio è solo l’articolo 99. Non vogliamo pensare a qualche vendetta in corso. Io invece mi aspetto che il governo regionale, che si era opposto all’impugnativa dello Stato, avvii ore le procedure conclusive per spendere questi soldi destinati allo sviluppo della Sicilia secondo le finalità già previste dalla legge 99. Da domani mi trasferisco a Palermo e occuperò tutti i palazzi, non permetterò che questi 4 milioni e 500 vengano distratti dalla legge di stabilità.  Guai se si tenta di scippare il territorio da queste risorse. Questa porcheria va cancellata. L’onorevole Danilo Lo Giudice presenterà gli emendamenti per cancellare questa porcheria e incontrerò il presidente della Commissione bilancio e del Parlamento siciliano. Agli amici di 5Stelle dico che questa è l’occasione per dimostrare al territorio che di fronte a queste nefandezze non c’è fazione politica che possa dividerci”.

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