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De Luca chiude l'assemblea di Sicilia Vera: “Non sarò presidente della Regione ma il sindaco di Sicilia”

Il leader del movimento conclude la due giorni a Taormina e rilancia la sua candidatura dopo aver consegnato a Miccichè una grande busta con lo sfratto per il prossimo marzo. E rivendica il suo ruolo di amministratore: “Non ci saranno compromessi”

“In Sicilia è più facile realizzare un'opera abusiva che demolirla. E questi sono gli uffici della Regione Sicilia. Tanto per citare fatti concreti perchè noi sindaci parliamo della vita reale, della vita vussuta dalla gente”.

E' questo uno dei passaggi chiave delle conclusioni del sindaco Cateno De Luca dopo la due giorni a Taormina per l'assemblea regionale di Sicilia Vera, il movimento del sindaco di Messina che si prepara a “fare il foglio di via” al governo Musumeci.

“Mi dicono che sono pazzo e comincio a vivere lo stesso clima di quando mi sono candidato a Messina - ha detto De Luca - Ma non sono preoccupato. L'ho detto anche a Miccichè che mi dice di non andare da solo altrimenti mi rumpu a testa. Gli ho risposto che io, al contrario di voi, non devo fare compromessi: se non ce la faccio, la mia situazione non cambia mentre se perdere voi la situazione è finita. Noi non adoriamo essere chiamati politici perchè non vogliamo essere accomunati a questa politica. Siamo amministratori, sindaci, orgogliosi di essere sindaci. Io voglio fare il presidente della Regione? Ma chi l'ha detto? Io voglio fare il governatore? Chi l'ha detto? Io voglio fare il sindaco di Sicilia. Che è quello che amministra e vive con la tensione e il senso di responsabilità per tutti coloro che ti bussano alla porta perchè non hanno l'acqua”. 

L'ultimatum a Miccichè

Poi l'affondo “ai leoni da tastiera di merda” che sanno solo criticare e il messaggio chiaro a Miccichè di non essere disposti  “ad accontentarsi delle briciole”.

De Luca ha consegnato ufficialmente al presidente dell'assemblea regionale un lettera di sfratto: se entro marzo del 2022 non dice chiaramente ai siciliani che questo governo è stato un fallimento e si organizza per staccargli la spina, noi ufficializzeremo un divorzio irreversibile".

Sull'ipotesi di un Governo sul modello Draghi per la Sicilia proposta da Miccichè, De Luca ha dichiarato: "Le ammucchiati tra falliti procurano solo un grande fallimento e fare questi paragoni tra Sicilia e Draghi è un pensiero insano. Potrebbe essere solo l'occasione per alcuni personaggi trombati dalla politica di presentarsi sotto mentite spoglie, per non far ricordare agli altri che loro hanno affossato la Sicilia”.

E sui rapporti con la sinistra: "Non mi sono proposto come candidato del M5S e del Pd, anche se a loro converrebbe si rompa il quadro politico.Tra l'altro io sono forse più amato a sinistra che a destra per i miei modi di fare e per le azioni che ho messo in campo come amministratore. Ma ribadisco - prosegue De Luca - che non ho chiesto a loro di appoggiarmi anche perché essendo un amministratore non seguo la logica di chi non sa amministrare nemmeno un condomino".

Barbagallo: “Il Pd alternativo alla Lega”

Alla seconda giornata dell’Assemblea degli amministratori locali di Sicilia Vera, anche Antony Barbagallo, segretario regionale e deputato del Pd, che ha ricordato gli ultimi fallimenti dei “click day” e delle procedure per assegnare i fondi anche ai Comuni, “costretti ad una inutile e stupida competizione fra loro”. “Siamo di fronte ad una Regione che non ha più credibilità – ha detto - che è talmente ingolfata e intrisa di tensioni fra assessori e tensioni fra Giunta e burocrazia da essersi del tutto aggrovigliata su sé stessa, con costi gravissimi che cadono sugli enti locali, sulle imprese, sui cittadini. Stiamo lavorando con coerenza a un progetto che vede insieme progressisti e riformisti e che si fondi sull'alleanza tra Pd, M5S e forze di sinistra". Barbagallo ribadisce, ancora una volta, che in vista delle prossime elezioni regionali "il dialogo è possibile ma non chi è, e continua a stare, con Musumeci e con la Lega. Se ci sono - afferma - forze popolari e moderate saremo ben lieti di avviare un confronto. Ma a Miccichè, che ieri dalla Festa dell'unità a Palermo ha riproposto un campo larghissimo come a Roma, dico - conclude Barbagallo - che la coalizione Draghi qui in Sicilia non è possibile: deve rompere con Musumeci".

"Piu volte ho ribadito che il Pd e il  centrosinistra sono alternativi a De Luca, lavoriamo nel perimetro con il movimento 5S, per costruire una candidatura che tenga insieme la storia progressista e  riformista  della Sicilia e si fondi sull'asse di questi due partiti. Anche perché i sondaggi premiano le forze alternative a Musumeci. Se dovessimo andare avanti - prosegue Barbagallo - con due candidature diverse sono sicuro che poi con Sicilia Vera potremmo trovare delle convergenze in parlamento. La mia partecipazione oggi qui - prosegue Barbagallo - ha il significato profondo del dialogo e confronto tra tutte le forze politiche e parlamentari, in particolare con Sicilia  Vera con la quale ci accomuna il fronte comune dell'opposizione a Musumeci che oltre ad essere il governo del nulla, si sta caratterizzando come  un governo nel linguaggio  e nelle caratteristiche  sempre più marcatamente di Destra. E quello che ci preoccupa di più è che non ascolta e non è Il governo adatto per governare la Sicilia".

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