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Longi, il sindaco decaduto non cede: “Vado avanti per senso di responsabilità”

Antonino Fabio ha affidato ad una lettera aperta le sue decisioni annunciando di rimanere in carica. “Certo di aver subito una ingiustizia, continuo per chi mi è stato vicino, per la mia famiglia e per difendere la mia storia”

Si era dato del tempo per decidere dopo l’ordinanza di decadenza dalla carica di sindaco di Longi.  Nella notte, ha affidato ad una lettera aperta le sue decisioni, annunciando di rimanere in carica.

Non getta la spugna Antonino Fabio. Il tribunale civile di Patti ha dato ragione a Nino Miceli, antagonista sconfitto alle ultime amministrative che aveva presentato ricorso contestando motivi di incompatibilità. Antonino Fabio è infatti fratello del presidente della Banca di credito cooperativo Valle di Fitalia, Luigi, anche titolare della tesoreria comunale.

Fabio ha deciso di impugnare l’ordinanza dinanzi la Corte d’appello come gesto di responsabilità per portare a termine impegni importanti della sua amministrazione. Ha ricapitolato.

“Ho preso tempo – scrive in una lunga lettera - per valutare attentamente quale sarebbe stata la cosa giusta da fare: abbandonare il campo, confidando, che una volta toltomi di mezzo, la natura umana degli avversarsi politici avrebbe ricondotto la dialettica politica nelle sedi a ciò deputate ed ad un livello di confronto accettabile? Oppure, continuare a battermi per quei valori democratici e di rispetto per le Istituzioni di cui mi nutro e con i quali sono cresciuto politicamente? Oramai – continua Antonino Fabio  -  a distanza di un mese esatto dall’Ordinanza di decadenza dalla carica di sindaco, nel silenzio politico dei miei avversari, ho dovuto, mio malgrado, riscontrare un esacerbarsi degli esposti, e delle iniziative giudiziarie nei mie confronti. Credo che l’eccesso di attenzioni riservato dall’Autorità Giudiziaria nei confronti del Sindaco del Comune di Longi, mai riscontrato nella storia della nostra comunità, tragga scaturigine dalle condotte e dalle azioni della fazione politica avversa, e, ritengo, non costituisca un bene per il nostro comune, per la nostra comunità e per la politica in genere. Proprio per questo, per la profonda fiducia che, nonostante tutto, continuo ad avere nelle Istituzioni, ed al solo fine di sancire definitivamente la correttezza e la legittimità del mio operato politico e della mia elezione, ho deciso di impugnare presso la Corte di Appello di Messina, l’Ordinanza relativa alla mia decadenza dalla carica di Sindaco, emessa dal Tribunale di Patti”.

Il sindaco non solo confida nel conforto del suo legale Emilio Riolo ma ritiene che questa scelta di restare in carica la deve anche a lui. “Per il suo impegno e la sua incrollabile fiducia nei principi giuridici di legalità che hanno guidato le mie scelte elettorali, ed alle numerose persone che, in questo lungo periodo – scrive - mi hanno manifestato la loro profonda solidarietà; lo dovevo a coloro che si sono esposti in prima persona mettendoci la faccia, sia nelle varie riunioni pubbliche che si sono tenute, sia nelle parallele iniziative giudiziarie che hanno intrapreso; lo dovevo agli elettori di questo splendido comune che, per ben due volte, rinnovando e rafforzando la fiducia in un progetto amministrativo, hanno espresso una chiara indicazione politica; lo dovevo, infine, a me stesso, alla mia storia, alla mia famiglia a cui non posso lasciare esempi di viltà, laddove si ha la coscienza a posto e si è certi di avere subìto un’ingiustizia”.

Antonino Fabio, nel marzo 2018, era già decaduto per lo stesso motivo, con ordinanza del Tribunale di Patti.

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