Visita all’Area Archeologica Halaesa Arconidea degli "Amici dello Jaci"
Sabato 11 novembre un gruppo dell’’Associazione “Amici dello Jaci”, organizzato dall’architetto Michele Palamara, ha visitato l’Area Archeologica Halaesa Arconidea, contrada Santa Maria delle Palate. Il sito si trova su un colle non distante dal mare e dominante la foce della fiumara di Tusa, a circa 3 km da Castel di Tusa. L’esperienza è stata particolarmente interessante e ricca di sorprese, anche grazie alla guida esperta del luogo. Secondo Diodoro Siculo la città di Alaisa fu fondata nel 403 a.C. su una collina distante otto stadi dal mare. «Vi sono in Sicilia, giudici, molte città belle e importanti, tra le quali va annoverata fra le prime la città di Alesa [...]» (Marco Tullio Cicerone, In Verrem, II, 3,170. In epoca romana la città ebbe numerosi vantaggi: era tra le cinque "civitates liberae et immunes": fu quindi esente dalla decima dei prodotti agricoli da inviare a Roma e poté eleggere il proprio Senato, i propri magistrati e utilizzare proprie leggi.
Nel tempo sviluppò attività economiche in molti campi e le monete qui coniate hanno come emblema una colonna sormontata da un cane, che simboleggia controllo del territorio: il simbolo è tuttora presente nello stemma comunale di Tusa. La città sembra sia stata abbandonata in seguito alle distruzioni di un terribile terremoto, in seguito al quale la popolazione si spostò nel sito, più facilmente difendibile dell'odierna Tusa. Il terremoto è forse identificabile con quello riportato dalle fonti nell'856. Le rovine di Alesa si presentano meno conservate di quelle di Tindari e questo è dovuto al materiale utilizzato per la costruzione degli edifici: un'arenaria scistosa friabilissima, su cui più rovinosa è stata l'azione millenaria dell'erosione e del tempo.
Gli scavi hanno consentito di rintracciare innanzitutto ampi tratti della cinta muraria che circondava tutta la collina sulla quale si sviluppò l'abitato. La muraglia, dal tracciato irregolare, conforme all'andamento del terreno, risale per impianto al IV sec.a.C., ma subì nel corso dei secoli vari interventi di restauro. La parte più interessante messa in luce ad oggi è l'agorà - piazza principale, cuore economico, politico e amministrativo - quasi al centro dell'abitato, sulla direttrice del cardo maximus che risale per impianto al II sec.a.C.. Sull'acropoli è stata parzialmente riportata alla luce un'area sacra con i basamenti di due templi, uno dei quali si è ipotizzato fosse dedicato ad Apollo, indicato nelle fonti come il nume tutelare della città. "