Dopo il ricorso di Confestetica, che metteva in evidenza anche la discriminazione di genere, arriva la sentenza. "I centri estetici sono luoghi sicuri e le prestazioni comprendono già misure di prevenzione del rischio nello svolgimento della normale attività professionale”
L'associazione che tutela la categoria degli estetisti si è rivolta al Tar dopo le motivazioni dell'avvocatura dello Stato “che mortificano il bisogno delle donne di prendersi cura della propria immagine anche durante la pandemia”. La rappresentante messinese Leila Rizzo: "Una discriminazione a cui porre rimedio"