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VIDEO | Ermal Meta, musica e parole che incantano la Sicilia

L’artista di origini albanesi ha presentato il suo primo libro e ha cantato alcuni tra i suoi più grandi successi a Sant’Agata Militello e a Letojanni

Ha emozionato cantando i suoi più grandi successi, da “Un milione di cose da dirti” a “Piccola anima”, passando per “Vietato morire”, “Ragazza paradiso”, “Dall’alba al tramonto” e “M’innamoro ancora”. Fino a “Non mi avete fatto niente”, con cui ha vinto il Festival di Sanremo del 2018 assieme a Fabrizio Moro. Ma soprattutto, ha raccontato lo spettro della guerra. E l’amore. Che ci salva da ogni cosa. Nel suo primo romanzo, “Domani e per sempre”, il quarantunenne cantautore di origini albanesi, Ermal Meta, con la delicatezza e la sensibilità che lo contraddistinguono, racconta gli orrori della Seconda Guerra Mondiale e della Guerra Fredda. E parla della sua terra, l’Albania, che subisce l’occupazione tedesca.

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L’artista di Fier ha presentato sabato il suo libro a Sant’Agata Militello, al “Liscìa Fest”. Domenica, invece, è stata la volta di Letojanni. In entrambi i casi, sia sulla costa tirrenica, che su quella jonica, cornice di pubblico pazzesca per ascoltare il talentuoso Meta, che ha incontrato i fans, firmando autografi e copie del suo libro. Tra selfie, sorrisi e parole.

Nato a Fier il 20 aprile del 1981, all’età di 13 anni Ermal si è trasferito con la mamma, il fratello e la sorella a Bari, in Puglia, troncando ogni rapporto con il padre, da lui definito violento. Cresciuto ascoltando musica classica (la madre è violinista professionista, primo violino dell’orchestra di Fier), l’artista italo-albanese ha cominciato a suonare a 16 anni il pianoforte e la chitarra. E oggi è tra gli artisti più apprezzati del Belpaese.

Nel suo romanzo, “Domani e per sempre”, Ermal ha voluto raccontare l’Albania della seconda metà del ‘900. Nel piccolo villaggio di Rragam, a Nord, il piccolo Kajan guarda il mondo cambiare attraverso gli occhi curiosi e sinceri di un bambino di 7 anni. I suoi genitori sono partigiani e sono sulle montagne a combattere contro i nazisti. E accanto a lui c’è l’amatissimo nonno Betim. E poi c’è Cornelius, un personaggio dal passato misterioso, che segnerà la vita di Kajan. Alla fine della guerra, la vita del protagonista sembra scorrere su binari sicuri e promette di andare verso un futuro radioso, ma nell’Albania dominata dalla dittatura comunista e nell’Europa spaccata dalla Guerra Fredda, niente è come sembra. E in ogni angolo, si nascondono ombre e pericoli, che spingeranno il destino di Kajan a compiere traiettorie imprevedibili. In uno straordinario romanzo di formazione, Ermal racconta la storia di Kajan, che cresce nel cuore dei conflitti del ‘900. Un’anima sensibile, catapultata in mondi lontani. Un romanzo che presenta, a tratti, riferimenti autobiografici, come la passione per la musica, che unisce Ermal e Kajan.

Nella dedica del romanzo, Meta scrive: “A coloro che hanno trovato l’inizio nella fine e la musica nella guerra”. E l’artista ha spiegato: “Io la musica l’ho trovata nella confusione, piuttosto che nella guerra. È stato il modo in cui ho creato ordine. Dentro e fuori”.

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A Letojanni, Ermal ha anche interpretato alcune “cover”, tra cui “Hallelujah”, di Leonard Cohen e “Caruso”, di Lucio Dalla, dedicandola, appunto, al golfo di Taormina e di Letojanni.

“Una partecipazione di pubblico mai vista a Sant’Agata Militello – racconta Carola Devardo, torinese di nascita, ma santagatese d’adozione – Ermal, dopo aver presentato il suo primo romanzo, “Domani e per sempre”, ha suonato in acustico, accompagnato solo dalla sua chitarra. Un concerto molto intimo. E il successo di questo concerto, appunto, è stata la grande capacità di Ermal di esprimersi attraverso la sua voce melodica e delicata. E sentire il pubblico cantare a gran voce le sue canzoni è stato un momento veramente molto emozionante”.

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