Sono molte le differenze tra la Vara messinese del 15 agosto e quella, la Varia, che si celebra ogni cinque anni a Palmi. Domenica scorsa anche una delegazione messinese del Comitato Vara ha partecipato in Calabria alla manifestazione come fa da 25 anni a questa parte. Messina concesse a Palmi il privilegio di poter copiare e celebrare la Vara per l'aiuto dato dai calabresi ai messinesi durante una carestia del Cinquecento.

Lo Storico e amante di Storia Patria Marco Grassi che fa parte del Comitato Vara ha spiegato che: "Palmi elesse a Patrona principale della città la Madonna della Lettera di Messina ricevendo in cambio anche un capello di Maria Vergine. La Varia di Palmi ha ancora oggi personaggi viventi che si innalzano e percorrono seicento metri circa in un'unica tirata. Anche la Vara di Messina fino all'Unità d'Italia veniva portata in processione con personaggi viventi, il Regno d'Italia proibì alla città di utilizzare bambini e adulti. Si verificarono negli anni anche due cadute, persone salvate su intercessione della Madonna e per questo a piazza Duomo fu eretta la statua dell'Immacolata concezione".

Secondo gli Storici a Palmi la festa ha perso nei secoli la sua caratteristica religiosa avvicinandosi più a un rito pagano anche se la Diocesi di Oppido-Palmi sta tentando di avvicinare la Varia, quanto più possibile, alla Vara di Messina. Quest'anno a rappresentare Messina a Palmi una delegazione del Comitato Vara che ha tirato il monumento umano, in rappresentanza del sindaco De Luca l'assessore alla Cultura Enzo Trimarchi insieme al collega Pippo Scattareggia. Cinque anni prima l'ex sindaco Renato Accorinti non mandò nessuno in rappresentanza del Comun mentre dieci anni fa fu l'allora assessore al Sociale Dario Caroniti a unirsi allo stuolo di tiratori della Varia di Palmi.