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Notte di ansia a Stromboli, turisti in fuga: si temono altre eruzioni

In molti stanno abbandonando l'isola, ancora canadair a lavoro per gli ultimi focolai. La situazione monitorata dalla protezione civile. Oggi dovrebbe essere disposta l'autopsia di Massimo Imbesi

Notte di preoccupazione e paura a Stromboli dopo l'esplosione del vulcano e il bilancio dell'eruzione che ha provocato la morte ieri pomeriggio del 35enne milazzese Massimo Imbesi. In molti stanno lasciando l'isola, in particolare turisti, timorosi di trascorrere un'altra giornata difficile dopo gli interventi di soccorso di ieri pomeriggio per gli incendi provocati dal magma, Ginostra, meno riparata rispetto alla piazza di Stromboli, ha subìto danni importanti e in una settantina sono stati già evacuati da ieri pomeriggio. 

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In questo momento sono ancora due i canadair a lavoro per spegnere i focolai ancora accesi a Ginostra. In giornata potrebbe anche disposta l'autopsia di Imbesi. Secondo i vigili del fuoco la causa della morte potrebbe essere asfissia ma si attendono accertamenti più probanti. 

I vacanzieri, molti tedeschi, hanno paura. In prefettura è stata attivata l'Unità di crisi. Non c'è un ordine di evacuazione ma è ovvio che l'ansia si fa sentire tra i residenti di Stromboli. 

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Due esplosioni, le più forti mai registrate dal 1985, poi il fuoco e l'immensa coltre di fumo seguita da una pioggia di lapilli incandescenti. La tragedia avvenuta ieri pomeriggio sullo Stromboli, con la morte di una guida escursionista di origine milazzese, riporta alla memoria altri eventi che hanno lasciato il segno sull'isola. Il vulcano, infatti, non è nuovo ad avvenimenti straordinari  che ogni volta però creano il panico a residenti e turisti.

Eruzione a Stromboli, il giorno della paura

Nel 2007, l'ultimo episodio degno di nota con un'attività parossistica caratterizzata da esplosioni e tanta cenere caduta su tutta Stromboli. Mentre è ancora impresso nella mente dei tanti isolani lo tsunami del dicembre del 2002. In quell'occasione l'eruzione causò diverse frane da cui  ha avuto origine un vero e proprio maremoto con onde alte fino a dieci metri. La furia del mare in quel caso non aveva risparmiato abitazioni e infrastrutture provocando ingenti danni.

L'episodio di ieri pomeriggio è stato ricostruito dalla fredda analisi del'istituto di Geofisica e vulcanologia. Una sequenza di eventi durati pochi minuti ma comunque in grado di uccidere e terrorizzare centinaia di persone tra residenti e turisti.  "A partire dalle 16:46 del 3 luglio 2019, si è verificata una violenta sequenza esplosiva parossistica che ha interessato l'area centro-meridionale della terrazza craterica dello Stromboli. Dalle immagini delle telecamere di sorveglianza dell'Osservatorio Etneo dell'Ingv è stato possibile distinguere due eventi esplosivi principali molto ravvicinati, rispettivamente alle 16:46:10 e alle 16:46:40".

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