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Venerdì, 29 Marzo 2024

#TagliatiFuori Fase2, protesta di Centri estetici e parrucchieri: "Siamo al collasso, chiediamo di ripartire" Video

A farsi portavoce della categoria Josè Russo titolare di due negozi : "Ci hanno preso in giro, la fase 2 è una fase 1 con il fard"

Chiusi dall’8 marzo e costretti ad aprire per ultimi. Non ci stanno i parrucchieri e gli operatori dell'estetica messinesi alle disposizioni del nuovo decreto Conte,  questi  dovrebbero rialzare le saracinesche l’1 giugno, apertura che in città con le festività  slitterebbe al 4 giugno. 

Da qui l’esigenza di farsi sentire dalle istituzioni competenti con l’iniziativa #TagliatiFuori sostenuta da Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato che nasce per dar voce a centri estetici, parrucchieri e barbieri, inspiegabilmente ignorati e tagliati fuori dalla Fase 2. Lunedì 4 maggio  i titolari  dei negozi  apriranno  simbolicamente i locali  per 20 minuti, dalle 9.00 alle 9.20, esponendo  l’hashtag  #TagliatiFuori, una protesta pacifica per chiedere l'immediato intervento del Governo. 

 A farsi portavoce della categoria messa in ginocchio dal Covid Josè Russo,  titolare insieme al fratello di due negozi in città sul Boccetta e a Sant’Agata: “Siamo disperati chiediamo l’intervento della Regione  per ottenere la  sospensione delle tasse finchè la situazione non si normalizzerà, non il rinvio sarebbe inutile. Il problema non è anticipare l’apertura al 18 maggio, ma riuscire a sostenere le spese, i tributi, le bollette che continuano ad arrivare”. 

“Siamo al collasso, è ridicolo pensare di poter andare avonti con 600 euro di sostegno, ho potuto pagare poco meno della metà dell’affitto- continua il parrucchiere - abbiamo bisogno di ripartire ,convivendo  con il virus ma tenendo la guardia alta. Da lunedì ci saranno in giro autobus con un massimo di 15 persone ed è impensabile che in questi ci sia più igiene di un salone o di un centro estetico”.

Il noto parrucchiere sottolinea come nel suo caso abbia dovuto sostenere i pagamenti degli stipendi delle prima parte di marzo per i suoi tredici dipendenti: “La Cassa integrazione non arriva stando agli ultimi dati  su  17mila richieste ne sono state emesse solo 535, se riusciamo a coprire le spese per un mese non sarà possibile farlo per quelli successivi”.

Tante perplessità  anche riguardo alla proposta del sindaco di una nuova ordinanza sulla riapertura delle attività il  25 maggio e sull’istituzione dell’app: “Le istituzioni regionali e comunali non possono intervenire su maglie larghe ma solo su disposizioni nazionali  non ne hanno il potere, lo abbiamo visto con i traghetti. L'app inoltre  potrebbe andare bene per i ristoratori non per noi  perchè non sarebbero gestibili i tempi di lavoro, meglio il telefono”.

Il professionista si sta già attrezzando con sanificazione, dispositivi di sicurezza e  turni del personale , predisponendo un’eventuale  modalità  di  prenotazione virtuale tramite messaggio, che potrebbe diventare realtà nel momento in cui  verranno indicate le modalità per ripartire. “La nostra è una città che vive di partita iva- conclude il titolare -noi lavoratori onesti non possiamo essere bistrattati, in questo modo si favorisce il lavoro in nero”.

Tutti i professionisti aderenti all’iniziativa pretendono risposte certe e  linee guida inerenti i protocolli di sicurezza e soprattutto  un maggiore valore alla loro  dignità fin’ora calpestata dalle decisioni  prese da questo Governo e da questa Regione.
 

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