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Giovedì, 25 Aprile 2024

VIDEO | Quando il Teatro in Fiera divenne libero per tre mesi: "Ricostruiamo restituendo lo spazio ai messinesi"

Il giornalista Tonino Cafeo e il docente universitario di sociologia urbana raccontano l'esperienza del Pinelli, l'ultimo progetto culturale e politico andato in scena sul palco dell'ente che a breve sarà demolito e riallestito dall'autorità portuale

Tre mesi di fermento culturale, dove ad andare in scena è stato l'ultimo atto politico e culturale dell'ex Teatro in Fiera, oggi prossimo alla demolizione e alla ricostruzione da parte dell'autorità portuale. Era il dicembre del 2012 quando dopo una giornata di mobilitazione antifascista i partecipanti alla manifestazione hanno deciso di occupare i locali dell'ex teatro intitolando lo spazio a Giuseppe Pinelli nell'anniversario del suicidio.  

"Con questa azione sentiamo di continuare un percorso di mobilitazione che coinvolge, seppur in forme diverse, gran parte della città. L’urgenza che ci ha spinto ad agire si sta diffondendo in tutto il paese con risultati propositivi, nuove pratiche costituenti, spazi aperti, a partire proprio dai teatri". Queste le parole con cui il direttivo, in quei giorni, esplicitava l'intento di rendere immediatamente disponibile a tutta la cittadinanza un luogo che, dalla seconda metà del Novecento è stato sottratto alla libera fruizione dei cittadini, ma che ha rappresentato per decenni l'unico palco di Messina, nell'attesa che venisse realizzato il "Vittorio Emanuele".

All'appello lanciato dal "Teatro Pinelli" hanno risposto durante le settimane tantissimi cittadini partecipando a mostre fotografiche, riunioni, dibattiti, laboratori, concerti, performance, djset. Di quell'intreccio di arte e politica, che ha ricevuto l'apprezzamento nazionale e la solidarietà da parte di tantissimi artisti da tutta Italia, e che si è inserito nella scia dell'occupazione contagiosa di altri teatri italiani, come è accaduto al "Vittorio Emanuele" e a Roma al "Teatro Valli", oggi restano macerie che presto saranno spazzate via dalle ruspe per ricostruire un nuovo padiglione, lungo 80 metri, alto 10 metri e alto circa 7 metri. 

Vetrate e ampi spazi, fra cui sale conferenza e salette riunioni, e un nuovo teatro, nonché alcuni ufffici della stessa autorità portuale che dovrebbero sorgere entro undici mesi. Un investimento da oltre 10 milioni di euro per riqualificare il padiglione d'ingresso del quartiere fieristico, a opera delle imprese Consorzio stabile progettisti costruttori di Maletto e Beico, entrambe del Catanese. 

"Ma se la logica sarà quella della chiusura dello spazio alla libera fruizione, allora fallisce ancora una volta l'intento di restiuire il bene ai messinesi", chiarisce Pier Paolo Zampieri, docente di sociologia urbana che ha partecipato attivamente all'esperienza del  "Teatro Pinelli". Una visione politica ribadita da Tonino Cafeo, giornalista e attivista del Pinelli, che, raccontando cosa è accaduto durante quei mesi, chiarisce: "questo è stato un luogo in cui si è fatta sperimentazione politica, tentando di elaborare una riforma del codice civile introducendo una forma diversa di gestione del bene pubblico". 

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