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VIDEO | Nostromo morto sul traghetto, la protesta della famiglia: "Dopo due anni vogliamo verità e giustizia"

Davanti al tribunale parenti e amici del marittimo Gaetano Puleo, vittima di un incidente nel febbraio 2021. Tutto tace sulle indagini dopo la richiesta di proroga del pm Conte. Bloccato dall'emergenza Covid il filone d'inchiesta che spetta all'Autorità Marittima

Un anno e due mesi. Tanto è passato dalla morte di Gaetano Puleo, il nostromo vittima di un incidente il 24 febbraio 2021,  durante le fasi di ormeggio del traghetto "Elio" di Caronte & Tourist. Un'attesa inaccettabile per i famigliari del marittimo che questa mattina si sono radunati davanti al tribunale per chiedere "verità" e "giustizia". Queste le due parole più ricorrenti nei cartelli che hanno alzato al cielo. L'inchiesta è ancora aperta e nonostante i numerosi solleciti degli avvocati Claudio Calabrò e Francesco Rizzo, nulla dalla Procura sembra essersi ancora mosso. Da qui la manifestazione di parenti e amici del marittimo, tra le lacrime e lo sconforto.

Titolare dell'inchiesta è il pm Roberto Conte che avrebbe già terminato la fase di acquisizione di tutte le prove e a dicembre scorso ha chiesto la proroga delle indagini. Come ricordato dai legali della famiglia Puleo, a cui lo scorso maggio è stata negata la richiesta di incidente probatorio, non sono neanche stati resi noti i risultati dell'autopsia sul corpo dell'uomo. Gli avvocati Calabrò e Rizzo si sono anche rivolti anche alla Capitaneria di porto di Messina che il 17 giugno scorso ha terminato l'inchiesta sommaria demandando poi alla Direzione Marittima di Catania gli accertamenti per accertare cause ed eventuali responsabilità dell'incidente. A riguardo non si conosce ancora una data, quest'ultimo istituto ha infatti sottolineato, in risposta ad una pec inviata dai legali, il "lungo periodo di sospensione delle riunioni dell'apposita commissione dovuta alla situazione emergenziale correlata alla pandemia Covid-19".

Le indagini che al momento vedono sotto inchiesta per omicidio colposo il comandante della nave Elio Giuseppe Cama, difeso dall'avvocato Alberto Gullino e la società Caronte & Tourist per responsabilità amministrative. Entrambi i procedimenti sono atti dovuti utili all'inchiesta.

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