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Cronaca Giardini-Naxos

“Noi del 118 in guerra contro il coronavirus ma senza armi”, parte da Giardini la protesta dei soccorritori

Dopo l'individuazione di quattro postazioni Covid chiedono garanzie su sanificazione e Dispositivi di protezione. Briguglio: “In questo momento di crisi, il comandante stia al nostro fianco”

“Ci hanno fatto fare i corsi per fronteggiare il Coronavirus, spiegando anche come indossare i dispositivi di sicurezza ma poi torniamo alle nostre postazioni e non abbiamo neanche guanti e le mascherine ffp3. Calzari? Neanche a parlarne, al loro posto ci consigliano di mettere le buste della spesa”.

Sono arrabbiati i sanitari del 118 in piena emergenza. Sono la prima barriera di difesa, per se stessi e per la popolazione, ma a distanza di due mesi dalla pandemia si sentono abbandonati. E’ una protesta destinata a crescere dopo le ultime disposizioni del direttore della centrale operativa del 118 Dino Alagna che ha di recente individuato l’attivazione di 4 ambulanze Covid distribuite a Messina Sud, Giardini, Barcellona, Sant’Agata Militello.

Proprio ad Alagna è indirizzata una nota della Snami che contesta “totale immobilismo del direttore stesso” e lo sollecitano “invece di disquisire di aspetti contrattuali e amministrativi, che non gli competono, a  interessarsi della tutela degli equipaggi Medici, Infermieri, Soccorritori 118 viste le segnalazioni in aumento di contatti non protettti da DPI con pazienti covid positivi, evento che a lui è difficile anzi impossibile che accada considerato che ancora non abbiamo avuto il piacere di vederlo sull’auto medica di coordinamento accanto agli equipaggi impegnati negli interventi covid.  Siamo fiduciosi e lo aspettiamo sul campo, non vogliamo ripetere l’esperienza di una nave che affondi senza il suo comandate al timone”.

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In particolare a Giardini Naxos dalla postazione del 118, il medico e sindaco di Mandanici Giuseppe Bruguglio chiede “di poter andare in guerra con qualche arma”. “Non non ci riferiamo solo agli incentivi economici già previsti a chi fa i tamponi - spiega Briguglio - La nosta categoria non è meno a rischio. Là dove si individuano postazioni Covid occorre garantire anche la possibilità di una postazione facilmente sanificabile mentre la nostra è già fatiscente di suo, tra l'altro in un condominio. Abbiamo bisogno di docce all'interno della postazione per utilizzarle prima di tornare a casa e non portare il virus in famiglia, vogliamo i dispositivi di sicurezza così come previste dalle disposizioni di legge e soprattutto vogliamo che in questo momento di crisi, il comandante stia al nostro fianco, operativo non solo a scrivere disposizioni che in questo momento facciamo perfino fatica a leggere per la mole di lavoro”.

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