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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

De Luca all'hotspot di Bisconte: “Vi svelo il pacco e l'inganno che ha lasciato Messina senza Palagiustizia”

Il sindaco ripercorre la storia del centro per i migranti e dà l'ultimatum al ministero dell'interno: “Entro cinque giorni sgombero e poi demolizione”

Un pacco. Questo è stato l'hotspot di Bisconte secondo il sindaco Cateno De Luca. Un pacco e un inganno subito dal Comune che ha consentito al ministero degli Interni di agire in sfregio della relazione urbanistica, consentendo di realizzare il centro per i migranti a scapito del secondo palazzo di Giustizia che ancora resta nel limbo.

E' questa la sintesi della relazione del sindaco davanti ai cancelli dell'hotspot di Bisconte dove si è presentato oggi alle 18.30 per firmare in diretta facebook l'ordinanza che prevede la chiusura dal 24 luglio 2020, partendo da due presupposti: il primo è che la struttura è stata realizzata come precaria, solo per due anni, ormai abbondantemente trascorsi e, soprattutto, è abusiva.

De Luca ha dunque ripercorso la storia dell'excaserma, 156mila metri quadrati di cui 23mila coperte, chiamando più volte in causa le interrogazioni del deputato del M5stelle Francesco D'Uva che più volte aveva messo in evidenza la necessità di evitare la realizzazione del centro per i migranti.

“Ci siamo occupati di questa struttura il 27 agosto 2018, quando il vicesindaco con una nota indirizzata ai dipartimenti comunali ha chiesto spiegazioni - ha detto il sindaco -  Le risposte arrivate sono state chiare sul contrasto fra la decisione di destinarlo ad hotspot e quella invece prevista dal Prg. In sintesi: è abusivo. Negli ultimi mesi l'uso che ne veniva fatto è stato molto limitato. Oggi qualcosa è cambiato e non si può più aspettare”.

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L'ordinanza ex articolo 50/54, secondo De Luca, è possibile grazie al decreto semplificazione che prevede l'abrogazione “del famoso comma antiDeLuca - ha spiegato - quello che prevede non si possano emanare ordinanze in contrasto con quelle statali. Questa ordinanza dà cinque giorni di tempo al ministero degli Interni per sgomberare l'hotspot. L'ordinanza vieterà anche che si inseriscano altri elementi che possano mettere a repentaglio la pubblica incolumità. Entro cinque giorni se non arrivano risposte andremo allo scontro.  E' previsto anche che i dipartimenti del Comune di Messina, sulla scorta della documentazione in atto e una ulteriore istruttoria, emettano ordinanza di demolizione”.

L'ordinanza è giustificata con motivi di ordine pubblico. “Non sappiamo quanti sono questi migranti, nè quanti sono quelli sfuggiti al controllo. Ci dicono che sono stati sottoposti a tampone. Bene. Lo voglio vedere. Ma il tema però non è questo. Il problema è che in una realtà dove si fanno le pulci alla movida non si possono accettare situazioni di pericoli per la pubblica incolumità, con migranti già trovati in giardini e strutture private che sono poi scappati quando li hanno scoperti. Non vogliamo altri rischi sulla diffusione del contagio. Chiedo che venga presa una nave, anche qui, puà stare anche nel territorio di Messina, dove i migranti vengano trattati possibilmente in modo più umano, e nella nave si faccia identificazione e poi smistamento”.

Impugneranno l'ordinanza, scatenerà nuovi conflitti di competenze? “Bene - è la conclusione di De Luca - vuol dire che apriremo un altro scontro istituzionale”.

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