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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Sfruttamento della prostituzione, in manette poliziotto messinese e colombiana

L'uomo originario di Gaggi era già stato sospeso dal servizio, era il coordinatore del circolo di Fratelli d'Italia

Un poliziotto di circa 30 anni, Ivan D'Amore, residente a Preganziol ma di origini siciliane (in particolare di Gaggi, nel Messinese) ex coordinatore del locale circolo di Fratelli d'Italia, in servizio all'aeroporto veneziano di Tessera, e una donna di origini colombiane, sono stati arrestati martedì scorso dalla squadra mobile di Treviso al termine di un'indagine per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. L'uomo (già sospeso da tempo dal servizio) e la sudamericana, nelle ipotesi degli investigatori,  avrebbero creato a partire dal giugno del 2023 un sistema di gestione e di sfruttamento di almeno 17 "lucciole" - tra cui alcuni trans -  che esercitavano la propria attività in diverse abitazioni che venivano affittate per queste finalità: si tratta di due appartamenti a Treviso e Martellago (Venezia). Secondo la ricostruzione eseguita dagli investigatori, guidati dalla dirigente Immacolata Benvenuto e sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Treviso, questo sistema illegale era operativo da alcuni mesi e prevedeva il reclutamento, la gestione e lo sfruttamento di prostitute, prevalentemente straniere, con un ricavo di significative somme di denaro. Le "sex workers" avrebbero pagato un cifra pari a circa mezzo migliaio di euro alla settimana e sarebbero state accompagnate nelle abitazioni attraverso un sistema di trasporto a pagamento dagli scali ferroviari e dagli aeroporti.

La squadra mobile, attraverso la complessa attività investigativa, ha proceduto all’arresto in flagranza di D'Amore e al fermo di polizia giudiziaria della donna, che nel frattempo si stava allontanando dal territorio nazionale. Oggi 8 marzo si è svolta l'udienza di convalida dei fermi e gli interrogatori di garanzia. Al termine il gip Carlo Colombo, mantenendo solo l'accusa di favoreggiamento della prostituzione, ha scarcerato l'uomo applicandogli la misura cautelare dell'obbligo di firma. La colombiana invece resta in carcere a Venezia in attesa che venga trovato un alloggio idoneo per metterla agli arresti domiciliari. D'Amore avrebbe fatto delle parziali ammissioni: al giudice avrebbe infatti detto di sapere che gli "ospiti" erano delle prostitute ma di aver richiesto somme di denaro esclusivamente per il subaffitto delle case.

Fonte TrevisoToday
 

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