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Spari a Capodanno, nessuna valenza politica solo un inno alla regressione

Ciò che è accaduto nel comune di Rosazza, esala gli stessi olezzi del discorso di Marbella, catalogo di creature innocenti promosse a nemici giurati, scelte ad arbitrio, stranieri e omosessuali per lo più. Ma nessuno da destra attaccherà Pozzolo. Sarebbe troppo autobiografico...

Se i lettori avessero la pazienza di sfogliare la rubrica di questo giornale, “Ripensare con cura”, selezionando e leggendo gli articoli che riguardano la presidente del consiglio troverebbero logico l’episodio di cui è stato protagonista l’onorevole Emanuele Pozzolo.

Non si sorprenderebbero, come non si è sorpreso il sottoscritto.

Per lasciarci sorpresi un accadimento deve contraddire la norma. Non è questo il caso, perché siamo di fronte a una manifestazione culturale tipica della destra italiana, a una delle tante note dell’inno alla regressione che conduce all’individualismo più gretto, allo specchio di una struttura psichica muscolare, rozza, prepotente, violenta.

Per tale ragione, affermare che l’episodio non avrebbe valenza politica rappresenta un atto di ottusità, un’offesa all’intelligenza dei cittadini.

Cosa sappiamo sulla festa "con sparo" di Pozzolo e Delmastro che imbarazza Meloni (e spuntano vecchi tweet sulle armi)

Certo, possiamo fingere di crederci, per quieto vivere, ma non ci sarà nessuna quiete, come mai vi è stata quando nella storia si è deciso di fare finta di non vedere, come accadde alla fine degli anni Trenta del secolo scorso, allorché si pensò fosse meglio ignorare i primi colpi di testa fuori porta dei nazisti. Abbiamo visto come andarono le cose.

Niente sorprese dunque, ciò che è accaduto nel comune di Rosazza, esala gli stessi olezzi del discorso di Marbella, catalogo di creature innocenti promosse a nemici giurati, scelte ad arbitrio, stranieri e omosessuali per lo più, bersaglio di fobie annidate in profondità, per questo così difficili da estirpare, sempre in viaggio verso il futuro, pronte a colonizzare anche ciò che non è ancora nato.

Avere nemici è indispensabile ai post-fascisti, come lo è a tutti i fascisti, quando non sei niente puoi definirti solo trovando qualcuno da combattere.

Nessuno da destra attaccherà Pozzolo, sarebbe troppo autobiografico. Loro, tutti loro, sanno bene che quello è un fatto politico, altamente politico, ma non possono dirlo, ora che sono usciti alla luce del sole e devono tenersi formalmente in ordine, così come sanno bene che “quella” politica è preceduta da un’inquietante cultura comune, che odia il mondo ed è sempre armata, in tutti i modi in cui si può essere armati, come lo sono le parole di Giorgia Meloni in ogni circostanza, costantemente dirette a un nemico, come nel discorso di chiusura di Atreju 2023.   

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