"Stéfano", al Teatro dei 3 Mestieri la storia di un fallimento personale e collettivo
Prossimo appuntamento con la stagione teatrale del Teatro dei 3 Mestieri sabato 9 marzo ore 21 con replica domenica 10 marzo ore 19 con “Stéfano” di Armando Discepolo.
Per la Produzione Teatro Stabile d’Abruzzo in collaborazione con Teatro del Sangro e Teatro Abeliano di BariRegia Stefano Angelucci Marino ci saranno: Vito Signorile, Tina Tempesta, Rossella Gesini, Paolo Del Peschio e Stefano Angelucci Marino MaschereBRAT Teatro
"Stéfano di Armando Discepolo è considerato un classico del teatro argentino. Il suo protagonista è un musicista diplomato al Conservatorio di Napoli che arriva in Argentina, come tanti immigrati di inizio Novecento, con la speranza di “trovare l’America”. Il suo desiderio è diventare un musicista famoso, scrivere una grande opera e far piovere sterline. Niente di tutto ciò accade. Le esigenze di una difficile sopravvivenza e i propri limiti come autore fanno tacere la sua canzone. La ricerca dell’ideale, la vocazione artistica e i conflitti familiari sono alcuni dei temi che, tra il tragico e il comico, sono crudamente esposti in quest’opera punto di riferimento del grottesco criollo.
“Stéfano” è la storia di un fallimento, personale e collettivo. Il fallimento di una politica liberale, di immigrati venuti sperando di “trovare l’America”, e di famiglie che, composte da generazioni diverse, sono andate a sbattere contro la dura realtà argentina. Tutto questo in una Buenos Aires di inizio Novecento, e in un mondo in continua evoluzione.
L’arte porta alla frustrazione e all’infelicità? L’uomo è condannato a rispettare i processi produttivi imposti dalla società? È necessario evitare i sogni o realizzarli? Questi sono alcuni degli interrogativi che l’opera pone.
Otto maschere antropomorfe che permettono la trasfigurazione. Un particolare codice espressivo nato dalle suggestioni create dai murales e dai “bamboloni” della Boca, il celebre barrio porteño contraddistinto da una forte impronta italiana. Dialoghi semplici, diretti, scarni. Questi gli elementi formali scelti per raccontare una storia di italiani senza Patria", si legge nella presentazione ufficiale dell'evento.