Surrealismo, focus speciale su Mirò agli Amici dello Jaci
Proseguono gli incontri che la prof. Valentina Certo, Storica dell’Arte, tiene presso la sede dell’Associazione Amici dello Jaci. Quest’anno il programma è stato molto interessante in quanto sono stati trattati movimenti e autori che hanno animato la cultura moderna europea. Pittori famosisissimi, ma spesso liquidati con: “A me non piace…questo lo potevano fare tutti…” e così via. In realtà a volte non abbiamo gli strumenti per “leggere” un’opera non figurativa, che non sia tradizionale e ci fermiamo subito per la difficoltà ad entrare in universi creativi di grande rilievo. “Non mi piace!”, diciamo. Ieri è stata la volta del Surrealismo con le sue varie interpretazioni, da Breton autore del primo manifesto a Dalì, Magritte e altri fino ad arrivare a Joan Mirò e alla sua arte basata sulla ricerca e la sperimentazione di materiali, di tecniche fino al raggiungimento di una espressività con segni via via più essenziali, con colori vivaci e subito riconoscibili.
“Le cose maturano lentamente. Il mio vocabolario di forme, ad esempio, non l’ho scoperto in un sol colpo. Si è formato quasi mio malgrado. Le cose seguono il loro corso naturale. Crescono, maturano…”,. “Lo spettacolo del cielo mi sconvolge. Mi sconvolge vedere un cielo immenso, la falce della luna o il sole. Nei miei quadri, del resto, vi sono minuscole forme in vari spazi vuoti. Gli spazi vuoti, gli orizzonti vuoti, le pianure vuote, tutto quello che è spoglio mi ha profondamente impressionato”. Fino al 7 luglio a Catania, Palazzo della Cultura, c’è una mostra su Mirò: “La gioia del colore” a cura di Achille Bonito Oliva. Approfittiamone.