Per De Luca il coronavirus è un elisir, ma per "fermarlo" basta stare muti
Il sindaco assoluto protagonista su social e tv nazionali. La strategia vincente studiata a tavolino che trasforma i più acerrimi nemici in sostenitori. Pioggia di like, commenti e condivisioni in piena emergenza Covid-19. Ma non chiamatelo sciacallo
Per Cateno De Luca il coronavirus si è trasformato in un elisir. Almeno per il suo alter ego social, nutrito ogni giorno fin oltre la sazietà da scorpacciate di like, commenti e condivisioni che pompano la sua autostima con la benedizione di Mark Zuckerberg.
Il fondatore di Facebook, se incontrasse De Luca, non potrebbe fare a meno di stringergli la mano congratulandosi con una bella pacca sulla spalla. Gli direbbe: "Mr Cateno tu si che hai capito come si usa il mio Facebook".
Ma l'abilità comunicativa del nostro sindaco è tutt'altro che una novità. Si è rivelata arma vincente già alle elezioni del 2018. A suon di provocazioni, comizi urlati nelle piazze cittadine e attacchi diretti ai suoi avversari, De Luca ha stracciato la concorrenza ammaliando i messinesi, anche i più scettici. Ha vinto le elezioni prima sui social, poi in cabina elettorale.
Da qui è iniziata la scalata verso la notorietà digitale.
E proprio grazie all'emergenza coronavirus è arrivata la svolta. De Luca ha guadagnato l'attenzione dei media nazionali. E' diventato ospite gradito nei salotti televisivi dove conta solo ed esclusivamente lo spettacolo e il trash è di casa.
Tutto secondo copione
Nulla o quasi è frutto della spontaneità. De Luca parla e agisce secondo un copione, scritto con l'ausilio di brillanti social media manager, e recitato alla perfezione dal protagonista, con quel pizzico d'improvvisazione che non guasta mai.
Tutto questo durante un periodo nero per la sanità e l'economia dell'intera Europa. Nerissimo per Messina, attesa da mesi di sofferenza prima di poter tornare lentamente alla normalità.
E intanto De Luca sorride e si gode i suoi risultati social. I 160mila followers della prima diretta dai traghetti, le migliaia di likes e gli attestati di stima e incoraggiamento. Un'iniezione di fiducia che premia le sue capacità oratorie e gonfia ancor di più un ego, già a livelli considerevoli da diversi anni.
Non chiamatelo sciacallo
Ma nonostante tutto, De Luca sfugge alla sgradevole etichetta di sciacallo che l'opinione pubblica spesso associa ai politici 2.0 durante emergenze o tragedie.
Da un lato mantiene alta la suspense meglio di una serie su Netflix, utilizzando fotografie e parole nel modo più congeniale per primeggiare su Facebook. Dall'altro però non smette di fare il sindaco, nell'accezione più nobile del termine.
Indossa la fascia tricolore con i suoi modi eccentrici, con i suoi attacchi senza guardare in faccia nessuno, con i suoi modi da leader assoluto della squadra di assessori ed esperti che lo supportano e sopportano. Ma poi partorisce risultati impensabili come i 36 milioni dirottati da altri capitoli per fronteggiare la nuova povertà che sta già mordendo i messinesi. Quei soldi sono lì, concreti ed efficaci più di mille parole e contributi social.
Bene o male purché se ne parli
Ma il vero colpo di classe del Sindaco è un altro. E' riuscito a trasformare in sostenitori i suoi più acerrimi nemici. Le critiche, gli attacchi, i post al vetriolo di semplici cittadini o esponenti politici lo fortificano, lo elevano in una parabola crescente all'insegna del "bene o male purché se ne parli". Ed ecco che i leoni da tastiera diventano cani scodinzolanti che riportano l'osso al padrone nonostante qualche ringhio iniziale.
Il vero incubo di De Luca
Ecco perché il peggior nemico di De Luca è l'indifferenza. Il silenzio che uccide le interazioni social e fa crollare gli insight. L'arma segreta per ridimensionare il suo impero digitale e spronarlo a rientrare più spesso nei ranghi istituzionali.
Se i messinesi fossero stati "muti" su Facebook, tutto questo non sarebbe mai esistito o meglio: non ci sarebbero stati gli eccessi mediatici a cui invece si assiste ormai con abitudine.
Post con uova e insalata, droni maleducati pronti ad insultare chi non segue le regole, video in vestaglia con lo sguardo ancora assonnato o parolacce e insulti verso il malcapitato di turno (consigliere comunale o presidente del consiglio fa lo stesso) sarebbero rimasti solo nella comunque fervida fantasia del nostro De Luca.
Ma lui invece continua a buttare l'amo e i messinesi abboccano con gusto. E visto l'imprinting da "buddaci" che ci contraddistingue non potrebbe andare diversamente.