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I concerti comizio chiudono la campagna elettorale, ma la speranza è che si cambi musica

Voti Croce o Basile? Basile o De Domenico? Meglio Totaro o Sturniolo?  Le domande più gettonate di questi giorni preelettorali hanno due risposte: "Nessuno dei due..." O anche: "Tutti, tranne...". In questi dialoghi dell'assurdo c'é un modo di essere tutto messinese, tra  il buddace e lo sciroccato. Di certo il quadro è fluido e gli schieramenti non sembrano più essere così netti. Tanti elettori di centrodestra sentono quella di Croce come una scelta impropria. Cosa può fare per Messina uno che non conosce bene neanche i nomi dei quartieri? Il capoluogo, dove é maturata l'idea di Croce sindaco, é tornato come accaduto più volte in passato, a decidere i destini dello Stretto complici i “genovesiani” che non fanno l’errore di lasciarlo solo come hanno fatto invece nelle precedenti amministrative con Bramanti.

Gli elettori di centrosinistra sentono invece quella di De Domenico una scelta accademica, politically correct,  "rassicurante" ma anche qui sembrano divisi fra chi pensa che non ha appeal e chi la considera una scelta appropriata, soprattutto quelli che si sentono "schifiati" dalle volgarità di Cateno De Luca -  supporter del 44enne ex direttore generale del Comune Federico Basile - che ha dato un imprinting a questa campagna elettorale che giunge ormai al termine giocando la carta del “solo contro tutti”. Stasera si chiude con i comizi-concerti il rosario delle buone intenzioni e dei programmi elettorali che hanno alimentato pagine di giornali tra attacchi e smentite che difficilmente ci risparmieremo anche nei prossimi 15 giorni.

Pagelle ai candidati oggi, in coincidenza con l’ultimo giorno di scuola? Meglio di no, nessuno arriva alla sufficienza piena. I motivi di tanta tirchieria? Tutti potevano fare di più: hanno tirato fuori dal cilindro quattro concetti vecchi quanto il cucco: l'area integrata dello Stretto, l’affaccio a mare, la meritocrazia, il rilancio dell'occupazione, le pedonalizzazioni e i parcheggi. Nessuno ha raccontato loro che sono gli stessi programmi degli ultimi cinquant’anni, a testimonianza che i problemi sono sempre gli stessi e tutti fermi sulla carta. 
Croce puntando sul "concetto Ponte" ha poi spostato l'attenzione dalla politica reale a quella dell'illusione perpetrata nel tempo, quasi come il famoso tram volante di De Luca. Per non parlare del tema  disoccupazione. Programmi che si annunciano sempre, non nascono mai. I risultati reali per chi strombazza la rinascita sono dati invece da piccole cose come ha saputo spiegare un po’ meglio il bibliotecario Sturniolo.

Un esempio? Uno spazio pubblico restituito alla collettività come via Nicaragua non può essere di nuovo chiuso al transito dai privati perché il Comune non si è presentato in appello dopo che aveva vinto in primo grado.

Un altro esempio? L’apertura dell’ufficio turistico anche sabato e domenica quando le navi da crociera rovesciano flotte di turisti che vanno come sbandati a caccia di mezze con panna e non trovano nessuno neanche per uno straccio di informazioni. L’abc insomma. Una città “normale” e non da “normalizzare” come vorrebbero tanti antideluchiani. Con una preghiera: non regalateci altre due settimane di accuse, repliche e controrepliche con acrobatici palleggi: altrimenti le palle potrebbero girare agli elettori.

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