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Redazione

Il memoria di Franz Riccobono, quella magica sintesi fra curiosità e passione che mancherà a ciascuno di noi

La scomparsa di una memoria storica di Messina e del suo territorio attraverso le parole di chi lo ha conosciuto sin dai tempi dell'Università. "Ha raccolto, custodito, salvato dalla distruzione e dall’incuria, catalogato, diffuso e valorizzato la ricchezza  del nostro passato, l’unica garanzia per avere un futuro"

E’ sempre difficile comporre anche poche righe quando queste riguardano persone cui siamo stati particolarmente legati e che abbiamo avuto modo di apprezzare per le loro capacità di studio, di difesa e  di divulgazione del nostro patrimonio di storia e di tradizioni. Conoscevo Franz Riccobono dai tempi dell’Università, quasi a metà degli anni 70.  Franz aveva già iniziato la sua battaglia verso la riscoperta  del nostro territorio. Lo appassionavano le tracce delle straordinarie testimonianze lasciate dagli  avvenimenti e  dalle  dominazioni che avevano contraddistinto la storia della Sicilia, di Messina e della sua provincia.  Era capace di indirizzarti e di guidarti nei meandri della ricerca storica  con semplicità e con grande competenza, lo assecondava una memoria  prodigiosa in grado di orientarti tra cartografia antica, raccolte librarie, archivi di quasi tutte le istituzioni culturali messinesi,  della provincia e della Sicilia.

Mesi addietro lo avevo informato dell’acquisto di un volume edito negli anni 90 da Michele Intilla su “I privilegi di Messina e di Trapani”.  Nella prefazione, di cui non aveva memoria, curata da  Enrico Pispisa, si accennava al retrobottega dell’ex libreria D’Anna, rilevata in quegli anni da Intilla ma  che, anche sotto la nuova proprietà, continuava ad essere luogo di incontro e di conversazioni. Nello scritto del prefattore venivano indicati alcuni dei  frequentatori, tra questi  docenti universitari come Trasselli e Tramontana cui si accompagnavano spesso  alcuni giovani appassionati  definiti dal Pispisa “dilettanti”: Molonia, Riccobono, Sarica, Villari  che negli anni avrebbero poi dimostrato grandi capacità nella ricostruzione di importanti pagine della storia di  Messina.

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Franz era generoso, sempre disponibile,  aveva una cognizione straordinaria su come guidarti verso una ricerca, un autore, una biblioteca, un cultore della materia. Aveva una conoscenza  straordinaria di fondi documentaristici, giornali, riviste, costumi, foto e documenti con cui negli anni ha collaborato nell’allestimento di  straordinarie esposizioni e mostre a Messina e in Sicilia.  Da ultimo agli amici più cari aveva singolarmente dedicato  un piccolo volume  dal titolo “Avrei voluto fare di più”  definendolo  compendio “delle pubblicazioni prodotte in circa mezzo secolo di impegno e di spontanea ricerca  sui beni culturali del territorio in cui ho  vissuto”; poche pagine precedono le copertine di  decine di volumi curati negli anni da Franz Riccobono. Esse  rappresentano quasi un testamento con il sincero ringraziamento al padre che “pur non avendo specifiche competenze lo aveva avviato alla conoscenza della bellezza, al fascino delle antichità del territorio in cui  viviamo spesso distrattamente”,  alla moglie Carmen,  e con la citazione  del Prof. Aldo Segre e di Adolfo Berdar che lo avevano avviato verso la lunga attività di bibliotecario. Un elenco infinito e variegato di  pubblicazioni che spaziano dalle tradizioni popolari di Messina, alla Real Cittadella, a Monte Scuderi, all’arte dei pastori, alle medaglie messinesi, alle stampe antiche e alla cartografia siciliana, al presepe a Messina, alla storia della Messina mercantile. Nell’ultima pagina del piccolo volume si era congedato  con un auspiscio:  “ma non finisce qui”  ipotizzando altri lavori, altre battaglie per la difesa e la salvaguardia del patrimonio storico-monumentale di Messina, ma dichiarandosi al contempo orgoglioso di non aver ricevuto prebende o titoli accademici  e  onorato per aver collaborato con studiosi che tanto gli avevano insegnato.

Aveva un carattere, a differenza di quanti dimostrano spesso di non averne o ne fanno forzata dissimulazione; figura straordinaria in cui trovavano magica sintesi curiosità e passione, conoscenza e intuito, disponibilità alla scoperta e alla valorizzazione di quanto proviene dal nostro passato che è poi la nostra storia.

Mancherà a tutti.  Ha scritto Pansa nell’introduzione ad uno degli  ultimi libri pubblicati che “ciò che rimane della nostra vita è quello che abbiamo scritto”; di Franz Riccobono rimarrà molto, moltissimo, un patrimonio immenso, non solo perché molto ha scritto ma perchè ha anche ricercato, raccolto, custodito, salvato dalla distruzione e dall’incuria, catalogato, diffuso e valorizzato la ricchezza  del nostro passato, l’unica garanzia per avere un futuro.   

Pino  Privitera *

Dottore in Scienze Economiche e Commerciali, a lui si deve la prima determinazione dell’insediamento preistorico di Messina (1967) e dell’individuazione di Mikos, città fortificata bizantina (1968) sul pianoro di Monte Scuderi. Esperto di grafica antica, ha costituito una delle più complete raccolte sulla iconografia della Sicilia (XVI-XIX secolo). Consulente dell’Istituto Italiano dei Castelli, membro dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana di Roma, Presidente dell’Ass.ne Amici del Museo di Messina, Vice-Presidente della Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia, Componente del Consiglio Regionale dei Beni Culturali. E’ autore di oltre cinquanta pubblicazioni che spaziano dalla storia di Messina e della sua provincia, alle tradizioni popolari, alla cartografia antica, alla Storia Moderna.

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