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Redazione

Micali: “Non c'è risanamento urbano se non si parte dallo sport”

L'ex presidente del Cus interviene sulla necessità di inserire in tutte le aree da risanare spazi da dedicare alle attività motorie e ludiche per i giovani: “Il valore aggregativo è quello che fa la differenza”

Grazie all’intervento del Governo, sollecitato dalle parti sociali, con in testa il sindaco e tutta la deputazione messinese (deputati e senatori di tutti i colori), sembra che finalmente a Messina scompariranno le baraccopoli.

Ho seguito e seguo con molta attenzione i vari dibattiti che si sono sviluppati attorno alla tematica del risanamento e da cittadino mi sono posto delle domande che poi si sono tradotte in preoccupazioni.

Dalle prime immagini e da alcuni progetti pubblicati sui mass media ho avuto l’impressione che si toglieranno le baracche e si realizzeranno agglomerati senza spazi di vivibilità comune: stile vele di Napoli e lo ZEN di Palermo.

Sembra che si voglia puntare ad una cubatura da sviluppare in altezza e anche se sono un amante dei grattaceli, i progetti mostrati, mi sembrano appunto che rispecchino quegli agglomerati senza alcuna architettura moderna tendenti appunto a creare dei dormitori a ghetto.

Ho avuto l’impressione, leggendo, che gli spazi di vivibilità saranno i soliti stanzoni da adibire a centro sociale per anziani e qualche aiuola che, alle nostre latitudini, sappiamo la fine che faranno.

Ho ascoltato e visto con molta attenzione l’intervista rilasciata dal Presidente dell’ordine degli architetti della provincia di Messina, architetto Pino Falzea, e mi sono sembrate delle dichiarazioni e dei suggerimenti di buon senso.

Considerato che sono sempre stato una persona molto attiva, impegnata nel sociale e soprattutto nello sport a cui ho dedicato l’intero arco della mia vita, vorrei porre all’attenzione di tutti gli attori coinvolti nel risanamento, di valutare la possibilità di realizzare dei piccoli impianti sportivi.

Inserire in tutte le aree da risanare degli spazi da dedicare allo sport. Tali scelte risolverebbero parte delle carenze di impianti sportivi di base e magari dare vita a delle associazioni sportive condominiali per avvicinare i ragazzi allo sport e colmare la mancanza di vocazione sportiva, specie proprio in questo tipo di realizzazioni urbane, dove l’isolamento ed i rischi sono sempre elevatissimi.

Micro impianti che se ben realizzati, utilizzando materiali adeguati e resistenti, in futuro non richiederebbero grosse manutenzioni: muri/pareti per lo squash per avvicinare i ragazzi al tennis ed al paddle/padel, vasche-piste per lo skateboard, campi per il basket ed il volley, vasche di sabia per il beach volley, aree con attrezzi da esterno: Sbarre, castelletti per la ginnastica funzionale, ecc.

Quindi mi rivolgo alle autorità, ai progettisti che metteranno mano ai lavori, di valutare con molta attenzione l’idea di realizzare spazi motori, ludici e sportivi che al di là del valore educativo, aggregativo, dello sport potranno servire a rendere questi nuovi quartieri a dimensione d’uomo e soprattutto a dimensione per i bambini ed i ragazzi.

Non sarebbe neanche una cattiva idea nella fase progettuale un confronto con il mondo associazionistico e dello sport. 

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