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La forma delle idee

La forma delle idee

A cura di Carmelo Celona

Ambiente, i ragazzi di Greta e il rischio della lallazione

Commuove in questi giorni il nobile impegno dei giovani alla Conferenza sul clima “Youth4climate” di Milano. Ma si ha la netta impressione che stiano lottando per un mondo dove l’emergenza climatica è un effetto e non la causa. Ecco perchè

Commuove in questi giorni il nobile impegno dei “Ragazzi di Greta” alla Conferenza sul clima “Youth4climate” di Milano.

E’ bello, soprattutto in questi tempi, vedere ragazzi che si battono con impeto per una causa giusta e per un grande e luminoso scopo, ma al tempo stesso prevale il dovere di avvertirli del trucco.

Avvertirli che c’è il rischio che gli slogan del pensiero dominante che qualifica gran parte dell’attuale generazione di adolescenti (“Prendiamici cura del Pianeta!”; “Prendiamoci cura dell’ambiente!”; “Puliamo le città!”; ”Puliamo le spiagge”, etc. ) non siano più questione pedagogica o di educazione civica ma l’espressione di una regressione culturale ed ideologica. Un atteggiamento mentale che guarda, con fanatico attivismo, al sintomo e non alla causa.

Sostenere con forza, e giustamente, che bisogna diminuire il consumo di plastica è questione di alta sensibilità civile. Ma c’è da chiedersi, come può essere civile un uomo quando è ridotto in schiavitù? Non dovremmo prima verificare che ci siano compiute condizioni di giustizia, di uguaglianza dei diritti, di perequazione delle opportunità? Non sarebbe il caso di rivendicare tutti i diritti e tra questi quello sacrosanto alla qualità ambientale, al paesaggio ed al clima? A sentirli per loro c’è solo il problema del clima.

A Milano tutti hanno espresso una visione nobile e impegnata dell’ecologismo ma al tempo stesso generica e per alcuni tratti teneramente puerile. Ho visto e sentito ragazzi che, per colpa di quelli della mia generazione, hanno perduto la continuità ideologica con i padri e con i libri.

Hanno opinioni, ma non vantano una ferrata preparazione culturale e ciò non li conduce ad una visione ideologica ampia. Sono come affetti da una sorta di autismo che gli paralizza l’attenzione solo su un tema.

Sono ragazzi facilmente contagiabili, una pacchia per un ipotetico potere che volesse agire su di loro con azioni manipolatrici. I loro temi sono virali senza una profonda consapevolezza, tipico effetto trascinamento generazionale della società digitale. Il loro fideismo è l’altra faccia della medaglia del consumismo e della globalizzazione. Parafrasando Pasolini, sono la globalizzazione dell’antiglobalizzazione.

Pochi considerano l’ipotesi che una buona visione ideologica vede l’uomo al centro di tutto ed in rapporto armonico con tutti i sistemi che costituiscono l’universo: sistemi naturali, animali, materiali e immateriali. Sembra che per loro esiste l’emergenza climatica e quella dell’inquinamento ambientale, nient’altro. 

Non li ho sentiti parlare e pensare di un mondo migliore e più giusto, nel loro dire non c’era cenno ad un nuovo stile di vita dove non ci sono più schiavi e padroni, sottomessi e oppressori, guerre e carestie, dove non ci sono più asimmetrie di trattamento sociale. Dove c’è rispetto per l’altro e per tutto!

Sembra non abbiano la consapevolezza che pensare in modo olistico ad un mondo migliore non escluda l’attenzione estrema per l’ambiente e per il clima anzi è l’unico modo per ottenere questi obbiettivi lavorando sulla rimozione delle cause all’origine.

Si ha la netta impressione che essi stiano lottando per un mondo dove l’emergenza climatica è un effetto e non la causa. Sembra che non abbiano la consapevolezza che le cause dei guasti che loro vogliono combattere siano la politica predatrice delle multinazionali, il capitalismo cinico, il consumismo spersonalizzante e l’alienante globalizzazione. Desta sospetto non aver sentito una sola critica alla gestione liberticida dell’attuale pandemia. Tutti fieri e compiaciuti di stare distanziati e mascherati, ubbidienti comunque al nuovo ordine sanitario senza nessuna sfumatura critica.  

L’impegno ideologico che trova soluzioni radicali per rimuovere le cause di ogni problema è un paradigma nel quale sembra non si ritrovano. Forse perché non lo sanno!

Per dirla con Marx ed Engels mi sento di suggerire loro che in questo momento, come sempre, non servono ambientalisti! Ma uomini giusti e coerenti che sono anche fortemente impegnati in ogni azione di tutela dell’ambiente e del clima, così come sono fortemente impegnati per la tutela degli animali, degli anziani, dei bambini, per il diritto alla casa, all’istruzione, alla sanità per tutti, per gli ospedali pubblici, per il trasporto pubblico, per le politiche salariali, etc.. Uomini che si battono contro ogni egoismo per costruire in ogni occasione un mondo di uguaglianza nei diritti, di opportunità e di benessere generale. Persone che si battono per liberare l’uomo dalla crisi umana e sociale che sta attraversando, di cui il clima è l’integrità ecologica del pianeta sono solo dei gravi sintomi.

La loro denuncia è generica: “Gli stati debbono occuparsi del clima!” .. ma chi sono gli Stati?  Lo sanno?

Basta parole servono i fatti”… ma quali fatti specifici servono non lo dicono. Così se fatti verranno saranno fatti messi in atto dagli stessi “potenti” che loro genericamente accusano, il rimedio sarà sicuramente peggiore del male. Come nel caso di questa imprecisata “transazione ecologica” e della sua dissennata gestione che non lascia intravedere orizzonti floridi e sembra essere il solito assalto alla diligenza. Avremo forse le energie pulite ma ci costeranno il triplo di quelle fossili e l’ingiustificato surplus arricchirà in modo ancor più smisurato i potenti a carico di tutti. Ciò produrrà nuova povertà e gravi perdite democratiche e sarà il pretesto per la teorizzata “distruzione creativa del tessuto sociale”, teorizzata da uno di quei potenti che li ha applauditi.

Bisogna che questi nuovi eroi mettano a fuoco i luoghi della responsabilità dello status quo. Bisogna che cominciano rivendicare invece di chiedere, viceversa loro questuano ad entità che non concepiscono pienamente come avversari e cause.

Finché non individueranno con esattezza le responsabilità ed indicheranno esatte e circostanziate soluzioni, chi guasta il clima per profitto continuerà a guastarlo dormendo sonni tranquilli.

Purtroppo è una generazione che non distingue, che non si schiera contro, ma è solo per.  

Non lottano contro i responsabili con lo stesso fervore con il quale chiedono la risoluzione del problema, demandandolo proprio a coloro che ne sono la causa.

Così il nemico, perché c’è un nemico del clima e dell’ambiente, si mimetizza e finge di combattere insieme a loro per disinnescare e manipolare la loro protesta. Questi straordinari ragazzi non hanno chiaro chi sono gli uomini, le strutture, i gruppi sociali che traggono vantaggi dallo sfruttamento delle risorse naturali operando feroci attacchi alla natura per sopraffare l’uomo.

Sono espressione di un corto circuito logico: vogliono risolto il problema da chi l’ha determinato e ci marcia. Come affidare al lupo il governo del gregge. Parlano di speranza senza sapere che la speranza non è una strategia di lotta: “La nostra speranza e i nostri sogni annegano in tutte le vostre promesse e parole vane”.  Ciò è un indicatore dell’ingenuità di questo attivismo a rischio di manipolazione.

Non hanno ancora consapevolezza che questo è il tempo dove il nemico dell’ambiente, se non identificato, si fa ambientalista, come quello degli animali si fa animalista, come i conservatori si fanno progressisti, i capitalisti diventano sensibili alla povertà, etc.. Questo è il modo più efficace per disinnescare il portato rivoluzionario di certe proteste di massa, più che contrastarle le assecondano, è meno costoso di una contrapposizione e comunque se ne trae profitto.

Questi ragazzi non si sono accorti che quelli che gestivano le discariche e gli inceneritori ora sono quelli che gestiscono le raccolte differenziate, hanno avuto solo il disturbo di spostare i loro modo di fare affari, anzi speculano meglio e più tranquilli protetti dal consenso degli ambientalisti. Si sono fatti le leggi a loro modo, ed hanno il vantaggio di avere l’appoggio acritico dei vecchi antagonisti. Loro porteranno al fallimento del sistema innovativo dell’economia circolare e poi saranno i primi a dire che la soluzione “messa in pratica” non funziona, e dunque è meglio tornare come prima. Un gattopardismo furbesco del tutto si cambia solo se lo cambio io, sempre pro domo mia. Se questi ragazzi non capiscono questi trucchi il destino è segnato e stiamo assistendo ad un film già visto.

Va bene la lotta per il clima ma ci vuole uno sviluppo di pensiero critico generazionale complessivo che faccia nascere strutture di senso che conducano l’azione concreta ed efficace di queste generazioni.  

Qualcuno ha disinnescato il loro naturale spirito rivoluzionario, il digitalismo lo ha congenitamente sopito. La loro reattività è molto bassa. Hanno millanta motivi in più delle generazioni dei loro padri per ribellarsi (niente diritto allo studio, niente diritto al lavoro, niente diritto alla salute, niente diritto alla pensione, costretti a regimi sanitari che per la loro età presentano più rischi che benefici, etc..) eppure non insorgono ma si occupano di temi lontani dalle loro immediate necessità. Questa apparente nobiltà nasconde di fatto una notevole incapacità reattiva.

Il sospetto è che il movimento dei seguaci di Greta sia nato per essere sterile, non attacca affatto il sistema che produce i guasti al Clima e all’Ambiente ma lo aiuta a mimetizzarsi. Non graffia affatto il potere globale. Indicare tutti come responsabili equivale a non individuare nessuna responsabilità. 

A Milano, Greta ha detto con disperata ingenuità: “vogliamo un pianeta più sano, più verde, più pulito!”, ha dimenticato di aggiungere “più giusto!”. E i grandi della terra, fintamente ai suoi piedi, si sono sprecati in applausi per questo ingenuo pleonasma omeopatico. 

Ma siamo certi che questa battagliera ragazzina abbia consapevolezza che non bisogna intervenire urgentemente solo per il clima ma anche e soprattutto per la disuguaglianza sociale, per la mancanza di cure, di case, di diritti? Sa che l’allarme per la mutazione del clima è contenuto in un allarme più grande: quello della distribuzione della ricchezza perché le persone prima di morire di clima muoiono di schiavitù e di stenti. 

Questa generazione lo sa che un sistema pernicioso non lo si cambia senza una spinta e uno spirito rivoluzionario? Sa discriminare tra causa ed effetto? Questa carenza di una visione più ampia permette al nemico di infiltrarsi tra le loro schiere come un germe mutante, come l’Envelope dei virus.

Purtroppo la loro nobile protesta è afasia, non va oltre la lallazione di un “bla.. bla..bla.”.

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