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Riguardare con cura

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A cura di Domenico Barrilà

Il declino del calcio messinese tra furbi, indifferenti e pochi tifosi veri

Si invoca un nuovo presidente ma pochi considerano che il Catania, quest’anno, in serie D, si è letteralmente arricchito di 12 mila abbonamenti, dieci volte più numerosi di quelli sottoscritti in città. Se non esiste una base di risorse economiche portate dalla tifoseria, non si troverà mai un imprenditore disposto a donare il sangue

Domenica, primo pomeriggio. Con un caro amico messinese, frustrato per l’ennesima sconfitta della squadra di calcio locale, iniziamo a scambiarci messaggini. Entrambi guardiamo la partita, lui allo stadio, io in Lombardia, grazie alla piattaforma che trasmette la serie C, alla quale mi sono abbonato proprio per dare un contributo esterno, dopo avere partecipato alla raccolta fondi avviata dai tifosi.

Confesso di averlo fatto solo per i ragazzi, perché gli adulti sono i veri responsabili del declino del calcio messinese, come ripeto al mio amico, che sogna, vanamente, un gesto di generosità da parte di imprenditori autoctoni, in particolare parla di una famiglia che una ventina di anni fa aveva fatto vivere una stagione memorabile alla squadra, salvo poi infliggerle l’umiliazione del fallimento, della sparizione dal calcio che conta.

Quando lui evoca l’acquirente locale gli rispondo sempre alla stessa maniera, ossia che il problema non è un eventuale cambio di proprietà, bensì il fatto, evidentissimo, che a Messina mancano i tifosi, mancano coloro che amano davvero la squadra, alla quale, sempre in quantità omeopatiche, si avvicinano solo quando arriva qualche successo. Tipico di noi, che spuntiamo sempre il giorno dopo. Questo non è essere tifosi ma opportunisti. C’è un nucleo di persone, alcune centinaia, nella tifoseria organizzata, le uniche a tenere accesa la fiaccola, il resto è inqualificabile, basti pensare proprio a quella racconta fondi che citavo, in una città di 235 mila abitanti è una miseria, ma il dato che smaschera tutti è un altro, quello degli abbonati.

Il Catania, quest’anno, in serie D, si è letteralmente arricchito di 12 mila abbonamenti, dieci volte più numerosi di quelli sottoscritti dai tifosi messinesi. Se non esiste una base di risorse economiche portate dalla tifoseria, non si troverà mai un imprenditore disposto a donare il sangue, mi pare giusto.

Leggo regolarmente uno striscione che invita l’attuale presidente ad andarsene. Non conosco il diretto interessato né le ragioni di tale ostracismo, ma è difficile negare che dobbiamo proprio a quest’uomo se siamo tra i professionisti e non tra i dilettanti, e immagino che quando mollerà le redini torneremo, come nel gioco dell’oca, alla casella di partenza.

Nelle ultime settimane la squadra aveva avuto la possibilità di giocarsi in casa due incontri abbordabili, era necessario un supporto speciale per questi eventi, ebbene sommando i tifosi presenti allo stadio nelle due occasioni, non credo si siano superate le mille persone.

Un individuo appena sensato, si domanderebbe da dove arrivano i soldi per gli stipendi, che non devono essere pochi.

Dunque, prima di invitare l’attuale proprietario a togliere le tende, sarebbe meglio farsi venire qualche idea sul possibile sostituto, altrimenti conviene abbozzare e spendere le energie per stare vicini alla squadra che, pure non essendo composta di fenomeni, mostra quella buona volontà che manca a tanti chiacchieroni.

  

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