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Lunedì, 29 Aprile 2024
Riguardare con cura

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A cura di Domenico Barrilà

Pazienza e tenacia, la forza delle donne anche in Sardegna

Sono loro il piatto forte di una terra aspra in cui molto del tutto è faticoso

In questi lunghi anni di lavoro mi sono recato decine di volta in Sardegna, incontrando, se sommiamo le presenze, diverse migliaia di persone. Quasi tutte donne. Credo capiti a tutti i professionisti del mio settore quando parlano in quella regione, non essendovi motivi legati alla mia popolarità mediatica, mediocre, o alla mia avvenenza, che francamente non è quella di un divo del cinema.

La spiegazione di questo fenomeno sono proprio le donne, che della Sardegna incarnano tutto, a cominciare dall’anima, dalla forza, dalla tenacia, dalla pazienza, e di sicuro dalla responsabilità educativa, che avvertono in modo speciale, qualche volta forse troppo, trattandosi in genere di persone dal carattere spiccato non di rado dominante, forse per “necessità”.

Sono loro, le donne, il piatto forte di una terra aspra in cui molto del tutto è faticoso, quando non faticosissimo.

Di recente è morta a Cagliari, dove era nata, la grande fotografa Daniela Zedda, l’avevo conosciuta sedici anni fa, nell’occasione aveva il compito di ritrarre gli autori presenti al festival L’Isola delle storie, che si teneva a Gavoi. Mi scattò una foto sull’uscio di una baracca dirupata, come se per magia “sapesse” che venivo da una casa come quella. Un’emozione indescrivibile, sebbene allora, per ignoranza, non sapevo chi fosse davvero. Oggi, come tanti, ne sento la mancanza e mi convinco ancora di più che la Sardegna necessita di una donna, di una donna sarda, soprattutto di una donna impregnata di quel singolare talento femminile isolano.

Quello scatto è andato perduto insieme ad altri, quando in un albergo, in un’altra regione, mi fu rubato il computer, ma come il destinatario del quadro di Jorge Larco, cui non fu mai consegnato, continuo a immaginarmi le circostanze in cui fu realizzato, a cominciare dalle indicazioni, questi si le ricordo bene, che mi dava quell’artista, mite e autorevole.

Cito per tutte solo Daniela, perché se dovessi fare l’elenco delle donne sarde a cui dobbiamo più di quanto sappiamo, ci vorrebbe un intero giornale.

Domenica i sardi possono rimediare allo sfregio di non essersi mai messi in mano alle loro donne, spero lo facciano e spero l’eventuale presidentessa li costringa a mettersi davanti allo specchio, anche solo per riflettere sul lunghissimo vuoto di cui sono responsabili e sulle conseguenze che tale scelleratezza ha disseminato nella storia di quella terra, e forse di tutto il paese.

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