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Riguardare con cura

Riguardare con cura

A cura di Domenico Barrilà

Basile sindaco, potrebbe essere finalmente primavera per Messina. A patto che...

Vediamo i fatti, poi giudicheremo. Nessuna apertura di credito a nessuno, neppure se si presenta con la faccia del bravo ragazzo e neppure se il sovrano retrostante arringa la folla con discorsi strappalacrime.

A Messina, più che in qualsiasi altro luogo, il verbo non si fa mai carne, al massimo brioche, di quelle ce ne sono in abbondanza, per chi ancora se le può permettere.

Ciò che accade in questa città è sempre eccessivo, nel bene e nel male, perché frutto di esasperazione vera, a sua volta conseguenza di eterne speranze, sentimenti coltivati, anzi sfruttati, con maestria da persone spregiudicate, incompetenti, spesso autentici casi umani che nell’ansia di trova senso alle loro povere vite nella politica, privano quella degli altri di ogni prospettiva.

Certo, stavolta sembra diverso, il volto di questo nuovo sindaco appare lontano anni luce dalle figure che lo precedono, ne ricordo alcune disperanti, inadatti, qui sembra esserci la ciccia, la sostanza, persino la competenza, si tratta solo di capire se questa potenza sarà scaricata a terra oppure se è solo l’ennesima puntata dell’infinito romanzo che si è portato via generazioni di intelligenze e di motivazioni, trasformandole in corpi vuoti e frustrati pronti ad accontentarsi di piccoli favori, da restituire alle prossime elezioni.

Se il nuovo sindaco si accontenterà di mortificare ancora una volta le speranze di un popolo talentuoso ma pigro, allora finirà nello stesso scaffale delle cose inutili, già pieno zeppo di figurine sgualcite e opache. Se, invece, vuole cambiare davvero il destino della città, gli daremo una mano, col rispetto e la pazienza.

Nel frattempo, gli chiediamo di dire grazie al sindaco uscente, ma di rimarcare, nei fatti però, la propria autonomia mentale, perché da oggi è la massima autorità in questa città, e una vera autorità non necessità di tutori, soprattutto se sono ingombranti e autocentrati, talvolta in modo imbarazzante.

Capisca, il nuovo sindaco, di appartenere a chi lo ha votato con lo slancio visibile nei numeri, non certo a chi lo aveva indicato, cui pure va riconosciuto il merito di avere avviato una svolta interessante, che ora aspetta di essere portata a compimento, magari con un filo di sobrietà in più.

L’indipendenza di una guida è fondamentale perché si possa mantenere viva la propria autorevolezza.

Poi gli chiediamo di prendere atto della grande responsabilità che si è assunto riducendo ai minimi termini i partiti, perché ora deve dimostrare che è possibile punirli e fare meglio, in caso contrario torneranno assetati di sentimenti di rivalsa e finiranno il lavoro di demolizione lasciato alle ultime picconate.

Potrebbe essere, finalmente, primavera. Aspettiamo che la polvere delle emozioni si depositi, vedremo cosa rimane.

A proposito, consigliamo al sindaco di guardare ai messinesi come guarda ai propri figli, mi permetto di informarlo che, memore delle devastanti abitudini del luogo, insegno ai miei che la raccomandazione è un crimine sociale perché siamo tutti fratelli e perché il talento è un patrimonio collettivo. La raccomandazione è stata sinora il killer silenzioso della nostra comunità.

Lo cerchi, il talento, fuori dalle sue amicizie e dalle famiglie degli amici Messina ne è piena. Si fidi. Solo così cambieranno le cose.

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