Ficus all'ex ospedale Margherita, l'immenso albero secolare simbolo della resistenza nella città abbandonata
Anche l’ex-ospedale “Margherita”, ormai, è una pietra della città dimenticata. Uno dei tanti ruderi, intendo, con cui noi messinesi non vogliamo fare i conti. E, come ogni pietra che si rispetti, questa fatiscente struttura affacciata sullo Stretto ha una sua mesta solennità nell’ergersi in mezzo al degrado, al pattume che l'avvolgono. Nel suo cortile interno, un perimetro sfregiato dall’incuria, ove sembra ancora di assistere al viavai delle ambulanze, un albero ruba la scena. E’ un grande ficus, il verde scuro del cui fogliame fa potente contrasto con l’azzurro del mare sormontato dal profilo della Lanterna del Montorsoli. Un monumento, non meno che le altre pietre di cui si diceva, ma con la caratteristica d’esser cosa viva, dotata di radici che si ramificano nel sottosuolo, da cui la pianta trae alimento per resistere.
Ecco, io penso che noi messinesi dovremmo prendere esempio dalla resistenza di questo ficus per evitare di farci sommergere, a nostra volta, dal degrado e dal pattume. Questa pianta secolare, con la sua presenza, è un pezzo di storia della città. Una storia che ha conosciuto momenti gloriosi, lustro e civiltà e che adesso sembra non esserci mai stata, tale è l’abbandono in cui versano le sue testimonianze più nobili.
Che sarà dell’ex-ospedale “Margherita”? In attesa di saperlo, marcisce sotto il sole e la pioggia questo giacimento di memorie sempre più sbiadite, lasciate scivolare nel gorgo del tempo.
La cosa certa, però, è che qualsiasi tentativo di recupero e riqualificazione non potrà mai prescindere dalla valorizzazione del suo maestoso gigante vegetale.
Giuseppe Ruggeri