Omaggio a Michele Panebianco, generoso artista che ha lasciato a Messina una grande eredità
Quando nel corso di visite guidate, da me effettuate, al Gran Camposanto di Messina passiamo davanti al monumento a Michele Panebianco (mezzobusto, realizzato da Giuseppe Prinzi, posto su un ara riccamente decorata di Alessandro Saccà), mi capita di chiedere ai partecipanti se sanno chi sia il personaggio del monumento, ricevendone quasi sempre un affermazione negativa, quando poi proseguo chiedendo se conoscono il quadro della Madonna di Dinnammare che si trova nella chiesa di San Giovanni a Larderia, la maggior parte risponde in maniera positiva…, facendo un debito paragone, potremmo dire che è come se molti conoscessero la statua della Pietà in Vaticano ma ignorassero che l’abbia realizzata Michelangelo.
Eppure Michele Panebianco (Messina 20.12.1806, 04.12.1873) non è stato per la città di Messina uno qualunque, un personaggio che questa città si può permettere di dimenticare, essendo stato, oltre che insigne pittore, anche direttore, per moltissimi anni, della cattedra di belle arti dell’Università di Messina (dove aveva studiato alla scuola di Letterio Subba prima di andarsi ad istruire in altre città) ed avendo avuto fra i vari allievi, così come ci dice Gregorio Sacca nel suo “la cattedra di belle arti dell’Università di Messina” personaggi come gli scultori: Antonio e Lio Gangeri, Giuseppe Prinzi, Gaetano Russo, Alessandro Saccà, Rosario Zagari,,..i pittori: Giacomo Micale, Dario Querci, Giacomo Conti, Saro Cucinotta, Placido Lucà Trombetta, Gregorio e Vincenzo Panebianco, e tanti altri artisti che hanno operato sul suolo nazionale ed all’estero dalla seconda metà del 1800 fino al primo ventennio del 1900.
Pregevole pittore il Panebianco ci ha lasciato in eredità, oltre al bel dipinto della Madonna di Dinnammare a Larderia, tanti altri dipinti presenti oggi in varie chiese della provincia messinese e di quella catanese, disegni, stampe, appunti, ed una sua briografia che oggi si trova in una Biblioteca di Palermo.
Su Michele Panebianco, sulla sua vita, le sue opere e la sua ricca ed interessante biblioteca, hanno parlato ieri sera, al salone degli eventi della Biblioteca regionale universitaria Giacomo Longo, il prof Gianpaolo Chillè che ha raccontato vita ed opere dell’artista, l’architetto Giuseppe Marabello che ne ha descritto l’attività di pittore e disegnatore in relazione allo sviluppo post terremoto 1783 della città di Messina, la dottoressa Carmen Puglisi che ha ampiamente parlato della Biblioteca personale del pittore gelosamente custodita, fino ai nostri giorni dagli eredi ed oggi vincolata, per la sua importanza, dalla locale sovraintendenza, così come ci hanno anche confermato sia Giovanna Costa, ultima di queste eredi, e la sovraintendente architetto Mirella Vinci. Una curiosità di questa raccolta libraria sono i testi in inglese, alcuni annotati dall’artista, testimoni di quella folta comunità di industriali di origine britannica presente a Messina per oltre un secolo. La direttrice della Biblioteca regionale Dott.ssa Siragusa ha presentato e moderato i vari interventi della serata organizzata dalla regionale universitaria in collaborazione con il centro studi Michele Pamebianco.
Alla fine della serata è stato possibile visitare la mostra sull’artista e sulle sue opere esposta nel salone la stessa mostra sarà accessibile al pubblico dal 2 al 14 febbraio dalle ore 10 alle ore 13.
Franco Maggio