La Silicon Valley dello Stretto attraverso il portale messinese “Regolarità e Trasparenza nella Scuola“ propone un tema sulla mobilità elettrica
Ha fatto scalpore il Ceo di Toyota, Akio Toyoda, quando ha affermato che chi sostiene l'elettrificazione di massa del traffico stradale non ha considerato il carbonio che inevitabilmente se ne sviluppa. Con una riconversione troppo accelerata, argomentava il boss automobilistico, se tutte le auto funzionassero con quella risorsa il Paese rimarrebbe scoperto di energia elettrica in estate; senza contare che l'infrastruttura necessaria a ridefinire il parco veicoli in senso green-elettrico costerebbe al Giappone all'incirca 30-40 trilioni di Yen, vale a dire tra i 110 miliardi e i 300 miliardi di euro. Lo stesso Toyoda rincarava: i veicoli elettrici a batteria sono più inquinanti dei veicoli a benzina a causa della produzione di elettricità, ancora fortemente legata ai combustibili fossili, al carbone, che produce emissioni nocive. «Più veicoli elettrici si fanno, più crescono le emissioni di anidride carbonica», accusa Toyoda, specificando che le emissioni totali di CO2 di un'auto elettrica sono circa il doppio di quelle impiegate per la costruzione di un'auto termica o ibrida. Affermazioni che hanno scatenato un inevitabile vespaio e che sono state contestate da studi ed esperti, nessuno dei quali, tuttavia, ha potuto mettere un punto definitivo alla controversia. A tal riguardo la Silicon Valley dello Stretto attraverso il portale messinese “ Regolarità e Trasparenza nella Scuola “, diretto dal Prof Aldo Domenico Ficara, propone per tutte le scuole italiane un tema dal titolo “ Il paradosso dell'elettrificazione di massa del traffico stradale: le emissioni totali di CO2 per costruire un'auto elettrica “. Con questa iniziativa mediatica si vuole porre l’attenzione sull’intero ciclo vitale di un’auto elettrica, dalla produzione all’utilizzo, fino allo smaltimento. Silicon Valley dello Stretto e Regolarità e Trasparenza nella Scuola