Le proteste messinesi sui cordoli stradali dimostrano la mancata condivisione del PUMS
I lavori per la realizzazione delle nuove piste ciclabili con l’installazione dei cordoli si spostano da Via Cavour al viale San Martino e con essi anche le polemiche. Sul piede di guerra i commercianti preoccupati di perdere i clienti mordi e fuggi. Cediamo di capire il perché solo ora arrivano le proteste dei cittadini. La realizzazione delle nuove piste ciclabili provengono dal PUMS, Piano urbano della mobilità sostenibile, che definisce le strategie prioritarie per soddisfare la variegata domanda di mobilità delle persone e delle imprese nelle aree urbane e periurbane, con l'obiettivo di migliorare la qualità della vita. Tenendo insieme le diverse componenti della mobilità, il PUMS prevede scenari scadenzati nel tempo e una misurazione periodica degli effetti della sua attuazione. Essendo un piano flessibile, che guarda a un traguardo temporale di circa 10-15 anni, il PUMS può essere integrato con altre azioni e misure, purché in linea con i suoi principi base. La fase di redazione del PUMS deve essere accompagnata da un processo di condivisione dei contenuti emersi nei Laboratori di cittadinanza. Il PUMS ha infatti un approccio partecipativo, con il coinvolgimento di cittadini e stakeholder sin dall'inizio e per tutto il processo di pianificazione: le progettualità contenute nel PUMS sono frutto anche delle fasi di ricognizione di bisogni emersi dai Laboratori di cittadinanza svolti sul territorio. Se a Messina scatta la protesta è evidente che il processo di condivisione dei contenuti non è stato fatto nei modi corretti. Non si può sostituire uno o più Laboratori di cittadinanza con dei freddi link inseriti sul sito del comune. In altre parole i PUMS devono emergere dal basso e non calati dall’alto.