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Venerdì, 26 Aprile 2024

Le calamità innaturali, dall'alluvione di Giampilieri alle baracche dell'Annunziata

“Sono trascorsi 23 anni, sono tanti, ma quando nello stesso giorno si perdono tragicamente i genitori e una sorella, il tempo diventa un orologio rotto con le lancette ferme alla stessa ora. La Suprema Corte di Cassazione ha individuato i colpevoli del disastro. Purtroppo da quel giorno la parola fine non c’è stata mai. Le alluvioni sono sempre più frequenti, basta ricordare Giampilieri, Saponara, San Fratello, la Sardegna, Genova, e le famiglie continuano ad essere spezzate”.

Il post – di un paio di giorni fa -  è sulla pagina facebook di Giovanni Carità, la cui famiglia è stata spazzata via sul torrente Annunziata con la tragica  alluvione del 27 settembre del 1998.

Oggi, quattro giorni dopo, è don Alessandro De Gregorio che ha ricordato con un altro post, l’altra grande tragedia, quella di Giampilieri, Altolia e Molino a 12 anni dalla terribile alluvione, che ha lasciato sul campo trentasette morti.

Altre ne seguiranno di alluvioni, a Messina e fuori, a conferma che se una calamità c’è  in Sicilia, questa è rappresentata da burocrati e politici che sono una “frana”, perchè non sono catastrofiche solo le immagini di paesi trasformatasi in città galleggianti o le grida di disperazione della gente inghiottita da una voragine.

Quel che è catastrofico è soprattutto la gestione delle politiche di difesa del suolo e dellʼassetto idrogeologico. Quel che è tragico, rispetto al passato, sono i soldi che non si è riusciti a spendere nel tempo per difendere un territorio, indicato dalle mappe del rischio come “uno dei più fragili dʼItalia”.

Il capo del Genio civile di Messina Gaetano Sciacca, prima di assumere l’incarico di dirigente alla Regione, aveva lanciato un grido di allarme sui rischi di smottamento delle montagne. Ma questi allarmi, che il partito del mattone bolla come “isterie ambientalistiche”, continueranno a presentare il conto.

Mortale. Ieri abbiamo ricordato l’Annunziata, oggi Giampilieri, domani Saponara… E la prossima? Non cʼè solo un problema di ecosistema cambiati, di oceani surriscaldati per i quali oggi scendono in piazza i giovani del  Fridays for Future. Cʼè una calamità innaturale, che è il  patto di ipocrisia complice di quei furbi che hanno distratto risorse, che hanno speculato convinti che mai nessun albero porta voti nè sarebbe andato in Procura a denunciare lo stato di abbandono e quando qualcuno lo ha fatto per loro, alla fine non ha pagato nessuno o quasi. Come ci insegnano gli ecomostri che svettano ancora sulle colline di Torrente Trapani. Da demolire anche quelle alla presenza della ministra Carfagna. Proprio come le baracche dell’Annunziata.

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