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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Redazione

Ex ospedale Margherita, da presidio della salute a discarica a cielo aperto

Dalla realizzazione di un super Centro di Riabilitazione alla promessa di farne un polo culturale, libraio, museale e sede della sovrintendenza ai beni culturali. Ad oggi solo molte chiacchiere e tante occasioni perse. Mentre tutto va in rovina

Molte chiacchiere e tante occasioni perse ed intanto tutto va in rovina. Agli atti ed ai raid vandalici che ne hanno sventrato in ogni dove la struttura, si aggiungono i cittadini che dal lato del viale Regina Elena scaricano monezza e suppellettili. E ahi me, anche parco rottamazione dei mezzi in disuso dei vigili del fuoco. E la testimonianza più dolorosa ed eclatante, simbolo del degrado politico e culturale, è la fine dell’installazione dell’Artista dimenticato Francesco Finocchiaro che l’Architetto Nino Principato in questi giorni ha portato alla ribalta delle cronache.

L’immobile dello storico Ospedale Regina Margherita, di proprietà della Regione Siciliana, venne realizzato tra il 1909 ed il 1937, per cessare definitivamente l’attività ospedaliera, motivo per cui era stato realizzato, nel 2003. Negli anni successivi e sino al 2016, è stato mantenuto un piccolo presidio sanitario ed alcuni uffici, per poi chiudere definitivamente. Oggi, solo lato monte, due palazzine vengono utilizzate rispettivamente: una come uffici dell’ASP e l’altra come presidio permanente a Nord dei vigili del fuoco.

Ex ospedale Margherita, la galleria degli orrori fra degrado politico e culturale

Come è solito, alle nostre latitudini, alla dismissione non è stata data alcuna nuova e certa destinazione. E le ipotesi che negli anni si sono fatte, vanno dalla realizzazione di un super Centro di Riabilitazione ad opera della fondazione Bonino Pulejo (poi realizzato al Piemonte) a quella di un polo culturale, libraio, museale e la sede della sovrintendenza ai beni culturali.

Tra fondi europei, PNRR, governi di centro sinistra e centro destra e mancate promesse, Intanto l’ex ospedale Margherita, con le finestre sfondate ed i muri che crollano, resta lì come un fantasma a cui nessuno presta attenzione. Eppure, ogni giorno, migliaia di messinesi ci passano davanti e l’indifferenza la fa da padrone. Forse, più che indifferenza è rassegnazione all’ineluttabile incapacità degli amministratori e politici a dare risposte. D’altronde ricordiamo molto bene come l’ex Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, che in un incontro sul Lungo Mare Belfiore (Ringo), prometteva una risoluzione a breve e il definitivo recupero dell’immobile di viale della Libertà, ipotizzando una nuova destinazione che, grazie all’ex Deputato Regionale Giovanni Ardizzone, ha preso la direzione del polo culturale. Peccato che negli ultimi 12 anni, a parte le chiacchiere, nulla è stato fatto e le responsabilità possono essere spalmate equamente sia a destra che a sinistra, sta di fatto che al centro il cetriolo rimane alla città di Messina.

Comunque, all’inerzia dei politici e delle varie amministrazioni, da un lato ci ha pensato e ci pensa la natura che con arbusti, alberi ed una folta vegetazione, sta coprendo un’altra vergogna di questa città, dall’altro tra l’entrata principale e la palazzina storica, una delle più numerose colonie di gatti della città presidia il nosocomio a garanzia di una sicurezza igienica permanente contro “bratte e surici” (trad. blatte e topi).

Infine, nota dolente, per molti abitanti della zona, le arie esterne sono diventate un posto dove creare discariche a cielo aperto, risolvendo i problemi dove far confluire l’indifferenziabile.

Per l’ex Ospedale Margherita, la possibilità di ritornare alla ribalta, potrebbe essere la prossima tornata elettorale delle Europee. E chissà, com’è stato per il risanamento, qualche politico di turno, con un’azione eclatante, di quelle in mutande, possa rimettere in moto tutto quello che è necessario per riportare a nuova vita un intero comprensorio prezioso per l’intera zona e la città.

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