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Redazione

Un ponte di parole per unire il mondo

Una rosa di autori di versi in un happening poetico ideato dallo scrittore regista e sceneggiatore Mario Falcone. Un modo di costruire legami e rafforzarne la solidità attraverso quell’intuizione pura che, secondo Croce, costituisce l’essenza più vera della poesia con la “P” maiuscola

Ricordate il famoso aforisma attribuito ad Archimede “datemi una leva e solleverò il mondo”? Se il fulcro di questa leva, ebbene, fosse la poesia, io credo che il mondo non solo ne sarebbe sollevato ma, senza dubbio, scagliato nel più alto dei cieli, laddove male e corruzione non allignano e spirito e materia costituiscono un tutt’uno che canta in eterno le lodi al Creatore. Sto esagerando? Sfido chiunque di voi a fare il contrario dopo aver partecipato a un evento unico nel suo genere come quello che ha avuto luogo il 24 settembre alle porte dello Stretto.

Perché di Stretto, come di tanto altro, si è detto in questo “Ponte di parole” ideato dallo scrittore regista e sceneggiatore Mario Falcone – autore tra l’altro del bellissimo romanzo “Alba nera” che fotografa Messina nei giorni immediatamente precedenti il terremoto del 1908. Realizzato grazie all’Associazione ARB di Davide Liotta nei locali di uno dei siti più suggestivi della città – il parco Horcynus Orca – l’evento costituisce il sequel, rivisitato e corretto, di un’iniziativa-progetto che ha avuto il suo esordio il 20 maggio presso il “Salotto Lilla”, sede dell’Associazione ARB, in via Martinez.

L’idea è semplice, quasi schematica. Una rosa di autori di versi – che aspirano a diventare poeti ma non è detto che ciò avvenga – si presentano brevemente e leggono in pubblico due (non ultra licet) loro brani. Ieri il tutto è stato intersecato da momenti musicali – l’esibizione del gruppo El Mar, voce la bravissima Elvira Marsico – e interventi di ospiti speciali come lo scrittore e costituzionalista Michele Ainis, l’artista Fabio Pilato, il manager Elio Conti Nibali.

Messina in vetrina, insomma, una vetrina virtuosa tuttavia, ove a dominare non è l’esibizionismo e l’autocompiacimento, ma una sincera, appassionata partecipazione alla vita quotidiana di questa città alle prese ogni santo giorno con criticità e problemi di non poco conto.

Cos’è un ponte di parole? Nient’altro che un modo di costruire legami e rafforzarne la solidità attraverso quell’intuizione pura che, secondo Croce, costituisce l’essenza più vera della poesia con la “P” maiuscola. Un momento di catarsi per vedere meglio quel che accade nel mondo, una riflessione a tutto tondo sul diverso orizzonte che possiamo dare alla nostra esistenza se accettiamo di condividere i nostri pensieri, le nostre angosce, ma anche e soprattutto le nostre speranze.

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