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Giocando s'impana

Giocando s'impana

A cura di Iona Bertuccio

Da Torino a Filicudi a caccia di salicornia, quella volta che ho scoperto l'asparago del mare

Cresce selvatica lungo la maggior parte delle coste del Mediterraneo e regala ai piatti uno straordinario sapore di mare

Mia sorella sta ristrutturando casa e l’altro giorno sono andata con lei in giro per negozi a cercare un pavimento particolare. Gira che ti gira s’era fatta ora di pranzo ed eravamo quasi a Catania. Qualcuno propose: perché non andiamo a Ognina a mangiare pesce? Ci ritrovammo in un posto strano ed affascinante. Il porticciolo di Ognina era lì, ad un tiro di pietra e c’erano tante macchine E tante persone  e tanto pesce in bella vista, già cotto e pronto per  una fame immediata. Un caos organizzato! Chi ordina pesce spada con asparagi di mare cotti, chi paccheri al sugo di gamberi, chi parmigiana di pesce. Chi… Io intravedo degli spiedini colorati ed invitanti. Vorrei delle patatine, ma me lo sconsigliano:- Signora! Ma le patatine le mangia sempre e dovunque.

-Per contorno? Cos’è quella verdura? Salicornia! Cosa? Asparagi di mare! -Si mi dia quelli!

Ci sediamo al tavolo ed aspettiamo i piatti. Tutti commentano il posto, l’ambiente ed io vado con la mente al tempo i cui ho conosciuto la salicornia.

Era una mattina d’estate, qualche anno fa, a Filicudi. Tornavo dall’orto con pomodoro e fagiolini ed incontro due tizi che passeggiavano per Val di di Chiesa. Erano felici ed il loro incedere era lento e sognante. Mi chiedono notizie su alcuni arbusti, e sul finocchietto selvatico che già comincia a fiorire. A me fa molto piacere spiegare il paesaggio, gli aromi, l’uso delle piante di Filicudi. Dopo mi chiedono di erbe marine, del finocchietto di mare. Sì, lo conosco.

“Noi siamo di Torino ed abbiamo una serra per coltivare finocchietto di mare”, spiegano. Alla mia meraviglia aggiungo che sì è una serra particolare molto calda e con tanta sabbia. Innaffiano con miscele che copiano il mare. Ottengono prodotti buoni e freschissimi da dare ad un ristorante speciale di amici loro. Gli odori in cucina non possono affrontare il viaggio, bisogna coltivarli in loco.

Vorrebbero sapere dell’asparago di mare. No! Non lo conosco:- Signora cresce in abbondanza nell’isola. Vicinissimo al mare. Speravo che mi potesse dare delle ricette. Noi abbiamo cominciato a coltivarlo in serra.

Vado spesso in riva al mare a passeggiare quando ci sono le mareggiate di ponente e l’isola sembra sospesa in una nuvola di salsedine. Vado anche a capperi in primavera, quando le rondini volano felici in cielo e sul mare calmo transita solo qualche barchetta di pescatori. Vedo tante piante dalle forme e dai colori particolari, ma non le conosco e non le tocco. Al massimo le fotografo. Forse avrò visto anche gli asparagi di mare.

L’indomani mi vengono a trovare a Pecorini a mare con un cestino da cui tirano fuori teneri rametti di finocchietto di mare. Lo assaggio ed è salato. Mi porgono un rametto verde scuro mi dicono che è finocchietto di mare o salicornia. Ho timore ad assaggiarlo, mi assicurano che è salato più del finocchietto, ma è commestibile. Titubante lo assaggio: sa di mare, ma troppo salato ed un po’ coriaceo- L’estate sta finendo ecco perché è così. Noi, in serra, otteniamo un prodotto più fresco, più palatabile. Ci lasciamo con la promessa che d’inverno ci saremmo sentiti per scrivere un libro sulle essenze delle isole Eolie ed i nuovi mondi che si possono aprire.

Arrivano i nostri piatti! Tutti siamo felici! Io assaggio subito la salicornia cruda in insalata: sa di mare. Di mare di primavera con un po’ di tramontana. È salatina, ma tutte le altre sensazioni che  risveglia m’invitano a proseguire estasiata.

Il pesce: due bocconcini di salmone, uno di pesce stocco ed un di pesce spada con qualche pezzo di peperone giallo (cotti al forno) erano buonissimi e anche l’occhio gioiva. Ma la mia attenzione era tutta per quel contorno verde veramente speciale. Che sicuramente fosse coltivata in serra la rendeva più accettabile sia come gusto che come etica (quella selvaggia era sempre lì ad aspettare la prossima mareggiata!)

Vino: abbiamo bevuto uno spumante dell’Etna. Fresco, ma non freddo. Con i profumi di ginestra e la leggera sapidità di tutti i bianchi delle isole, ha accompagnato il nostro veloce pranzo di strada. O quasi.

P.S. Mia sorella ha scelto mattonelle di cementina color….oceano!

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