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Sanità, quando fare il proprio dovere fa notizia: "Mi avete restituito fiducia nelle istituzioni"

La lettera di una utente ad alcuni dirigenti dell'Asp che facendo rete hanno risolto il suo problema. Un esempio di come che c’è modo e modo di intendere il rapporto con il pubblico "fragile" e di come troppi casi di malasanità derivano da un approccio superficiale e sbrigativo

Ha ottenuto finalmente un certificato medico specialistico che le consentirà di usufruire di supporti informatici adeguati alla disabilità di cui è affetta. Un diritto per ottenere il quale ha dovuto lottare. Ora dice grazie a chi le ha restituito “fiducia nelle istituzioni, che - ricorda opportunamente - sono al servizio dei cittadini”.

Non è propriamente un caso di buona sanità - dovrebbe essere l’abc per chi è pagato per servire l’utente - ma fa notizia perché mette in evidenza che c’è modo e modo di intendere il rapporto con il pubblico e proprio questo fa la differenza. Tanti casi di malasanità sono legati infatti proprio a un approccio superficiale e sbrigativo che non consente di soddisfare il bisogno di un’utenza fragile e perciò doppiamente vulnerabile.

A volte, esplorando questo bisogno, ci si rende conto che la risposta non è poi così difficile da trovare, a patto che si faccia rete, e cioè che le strutture operino in sinergia tra loro per raggiungere l’obiettivo richiesto. Solo qualche giorno fa, alcuni dirigenti dell’Asp di Messina sono stati raggiunti da una – si deve dire inaspettata – nota di C.B. che, presa carta e penna (anzi, tastiera e monitor) ha messo nero su bianco le sue impressioni sul servizio ricevuto. Un atto di buona sanità che, come si vede, non ha come attori soltanto chirurghi d’eccellenza o prodigiosi terapeuti, ma anche dirigenti del territorio che, nel quotidiano, si sforzano di dare una dignità al proprio lavoro. Ridando dignità all’uomo.

La lettera

“Gentilissimi, con la presente desideravo ringraziare ognuno di Voi per le attenzioni e le premure dimostratemi. Siete stati tutti preziosi perché tramite la vostra mobilitazione siete riusciti ad indirizzarmi verso la risoluzione della mia ricerca. Magari per Voi si è trattato di qualche scambio telefonico, o mezzo mail tra colleghi o una semplice utente, invece, per me, che provenivo da un’umiliante e doloroso diniego, questo certificato rappresenta non solo uno strumento di tutela in più, ma soprattutto mi ha fatto riacquistare fiducia nelle istituzioni che sono al servizio dei cittadini, accendendo in me la speranza che stava sfumando. Pertanto, nel rinnovare i miei più sinceri ringraziamenti, vi porgo cordiali saluti.”

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