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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Messina la Città Metropolitana con più fondi Pnrr per piantare alberi, interventi ancora allo studio di fattibilità

Il reportage di Cesare Treccarichi su Today.it, la nostra provincia in Italia riceverà quasi sedici milioni di euro di finanziamenti

In Italia ci sono parecchi alberi, ma nelle città non abbastanza. Grazie al Pnrr, i centri urbani potevano avere 1,6 milioni di nuovi alberi entro la fine del 2022 e fino a 6,6 milioni entro il 2026. Il portale sull'avanzamento degli obbiettivi del Pnrr - si legge nel reportage di Cesare Treccarichi su Today.it - indica che l'obbiettivo del 2022 è stato raggiunto: non è così. Non solo siamo lontani dagli 1,6 milioni previsti per il 2022, ma molti alberi sono ancora dei semi e quelli cresciuti sono già morti o vicini a esserlo a causa della siccità e delle alte temperature. Anche l'obbiettivo finale del 2026 è a rischio, un problema in più tra gli altri noti da tempo sull'attuazione del Piano di ripresa e resilienza che surriscalda il clima politico. Oltre che per la bellezza, gli alberi sono in grado di cambiare l'aria di una città, in meglio, ma alcune tra le più importanti e inquinati città italiane sono addirittura rimaste fuori dai finanziamenti. Cosa c'è che non va?

Più di un terzo del territorio italiano è ricoperto da foreste, una buona percentuale rispetto alle coperture degli altri Paesi europei. Gli alberi sono considerati centrali nella transizione ecologica: il Green Deal dell'Unione europea, tra le altre cose, punta ad avere 3 miliardi di nuovi alberi entro il 2030 tramite la "Strategia forestale europea"

Avere più alberi aiuta l'ambiente: migliora l'aria che si respira, rinforza il suolo, aumenta la biodiversità. In generale gli alberi possono contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici. In Italia servono più alberi dove l'aria è peggiore, soprattutto in alcune città: la copertura arborea è infatti decisamente varia sul territorio nazionale: si va dalla percentuale di copertura di Savona superiore all'80 per cento, fino al 6 per cento di Cremona. 

Il Pnrr ha una parte dedicata agli alberi, per aumentare le aree verdi delle zone metropolitane e contrastare l'inquinamento atmosferico, tutelare la biodiversità e garantire una migliore qualità della vita ai cittadini. Sono previsti 330 milioni di euro da dividere tra 14 città metropolitane italiane per piantare 6,6 milioni di alberi entro il 2024, ma ci sono grossi problemi nella suddivisione delle risorse e ritardi nei progetti. 

Le città metropolitane destinatarie dei fondi del Pnrr per piantare alberi sono 14, per un totale di 330 milioni di euro. Per il solo 2022, i fondi distribuiti sono circa 84 milioni di euro per piantare 1,6 milioni di alberi. La città metropolitana che riceve di più è Messina, con 15,9 milioni di euro che serviranno a piantare circa 445mila piante. Seguono Roma (13 milioni, 305mila piante) e Napoli (10,5 milioni, 190mila piante). Ultimo posto per Venezia, con 1,3 milioni di euro per 31mila piante.

Dove sono finiti gli alberi del Pnrr

La scadenza da completare entro il 2022 con 84 milioni di euro finanziati risulta completata sul monitoraggio del governo. Tuttavia, non basta la semplice assegnazione dei fondi per ritenere l'obbiettivo raggiunto: nei fatti siamo lontani dall'1,6 milione di alberi piantati e come rileva l'analisi della Corte dei conti, in molti territori siamo ancora fermi alla fase di progettazione.

Sopralluoghi dei carabinieri forestali hanno rilevato che nella maggior parte dei casi "la messa a dimora delle piante risulta appena avviata". A Messina, la città metropolitana che riceve la quota più alta dei finanziamenti, alla data del sopralluogo gli interventi risultavano ancora alla fase dello studio di fattibilità, mentre a Napoli era ancora in corso l'individuazione dei vivai regionali da utilizzare. A Genova si segnalano irregolarità nelle aziende che si sono aggiudicate il bando, mentre a Torino i rilievi hanno evidenziato un numero di piante morte o danneggiate a causa della siccità vicino al 100 per cento delle piante. Nella tabella sottostante, i rilievi dei carabinieri forestali città per città.

Agli intoppi burocratici si aggiungono tempi e problemi della natura. Dopo la semina e coltivazione in vivaio c'è infatti la fase del trasferimento nella sede finale: potrebbero volerci altri mesi, se non anni. In più, la Corte dei Conti ha già rilevato "possibile carenza da parte dei vivai di tutta la materia prima necessaria per il conseguimento dei target".

A questo si deve aggiungere "un'ulteriore e rilevante criticità affrontata congiuntamente per dare piena attuazione al Piano di forestazione è stato il preoccupante e prolungato periodo di siccità che l'intera penisola sta attraversando da ormai più di un anno - si legge nell'analisi della Corte dei Conti -. Ciò ha reso ancora più complesso il rispetto di alcuni requisiti fondamentali degli interventi come, ad esempio, la stagionalità delle piantumazioni nelle diverse aree biogeografiche interessate dalle progettualità".

Le città hanno bisogno di alberi, il Pnrr ha bisogno di una burocrazia che funziona meglio: il rischio di avere tanti rimpianti e meno verde e fondi da spendere si fa sempre più concreto.

Fonte Today.it

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