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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

"Basta morti sul lavoro, non sono una fatalità", presidio anche a Messina dopo la strage nel cantiere di Firenze

Sono più di 40 nei primi 15 giorni di febbraio i “caduti sul lavoro”, 11 solo i messinesi nel 2023. La denuncia di Cgil e Uil: "E' il momento che il Governo le imprese e le loro associazioni di rappresentanza, si assumano le responsabilità"

"Basta parlare di cordoglio, è il momento che il Governo le imprese e le loro associazioni di rappresentanza, si assumano le responsabilità: massimo ribasso, appalti a cascata, mancanza di controlli, precarietà del lavoro sono conseguenze di scelte, non una fatalità!".

Fanno sentire la propria voce i sindacati a Messina dopo la strage sul cantiere a Firenze.

Un presidio e assemblee sindacali sono state organizzati per dire basta ai morti sul lavoro da Cgil e la Uil, nel quadro della mobilitazione nazionale. Il presidio si svolgerà davanti alla Prefettura di Messina mercoledì 21 febbraio alle ore 10:30 in concomitanza con lo Sciopero Nazionale indetto dalle categorie dei lavoratori edili e metalmeccanici nelle ultime ore del turno lavorativo. Nella stessa giornata, dopo il presidio, si terranno anche due assemblee sindacali presso la centrale A2A di S. Filippo del Mela e la Ram di Milazzo.

"I cinque operai morti nel cantiere per la costruzione di un supermercato Esselunga a Firenze hanno nomi, famiglie, storie - scrivono Pietro Patti e Ivan Tripodi, segretari generali di Cgil e Uil Messina - Come gli altri che ancora in questi giorni sono “caduti sul lavoro” più di 40 nei primi 15 giorni di febbraio. Anche Messina non è esente da questa triste classifica, registrando 11 morti nel 2023 e 1 morto nei primi 40 giorni dell’anno in corso. Si è deciso di fare cassa togliendo le risorse per gli ispettori del lavoro e la medicina per la prevenzione sul territorio; deregolamentare la catena degli appalti, non intervenire sugli appalti privati, fino al punto che non si riesce a capire quali e quante ditte sono in un cantiere e di costringere le persone migranti a lavorare in clandestinità. Il 50% dei cantieri ispezionati nel 2023 nel territorio provinciale è risultato non in regola con la normativa sulla sicurezza. A pagarne le spese sono sempre i lavoratori e le lavoratrici, soprattutto nel settore dell’edilizia".

Per i sindacati "non è più accettabile assistere inermi e indifferenti a questa mattanza quotidiana".

"Vogliamo tutte le agibilità necessarie per gli RLS, RLST, delegati di sito alla sicurezza - si legge nella nota - Vogliamo il ripristino della parità di trattamento negli appalti e la responsabilità dell’impresa committente. Vogliamo l’applicazione dei CCNL del settore di riferimento, sottoscritti dalle OO.SS. comparativamente più rappresentative, vogliamo la formazione obbligatoria prima di accedere nel luogo di lavoro. Vogliamo luoghi di lavoro sicuri senza il ricatto della perdita del lavoro e dei bassi salari. A partire dai cantieri. Questi sono i cambiamenti necessari, altrimenti i richiami alla cultura della sicurezza sono frasi vuote. È assolutamente inaccettabile questo stillicidio quotidiano che in nome del profitto sta causando una vera e propria strage di lavoratori. In nome del profitto si gioca con la vita delle persone. Mai più morti sul lavoro rappresenta, pertanto, un imperativo categorico e sono necessarie azioni di forte contrasto e pesantissime sanzioni contro chi non rispetta le basilari regole in tema di sicurezza nei luoghi di lavoro” hanno cconcluso Patti e Tripodi.

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