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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Furci Siculo

L'omicidio di Furci, l'ammissione del killer: l'ho ucciso perché ho scoperto la sua storia con mia moglie

Gaetano Nucifora, 57 anni, durante l'interrogatorio ha chiarito il movente del delitto. "Hai tradito la mia fiducia, eravamo due fratelli", queste le parole che avrebbe pronunciato prima di sparare all'amico Giuseppe Catania uccidendolo sul lungomare. L'avvocato: "Chiederemo perizia medica"

“Hai tradito la mia fiducia, eravamo due fratelli”, sarebbero queste le parole che Gaetano Nucifora ha gridato al suo amico Giuseppe Catania prima di sparargli diversi colpi di fucile e ucciderlo sul lungomare di Furci. E’ quanto emerge dopo l’interrogatorio del 57enne di Roccalumera che si è costituito ai carabinieri lunedì scorso, poco dopo il delitto che ha sconvolto una intera comunità. Interrogatorio che ha fatto anche luce sul possibile movente dell'omicidio. 

“Aspetto di vederlo quando ci sarà l’interrogatorio di garanzia per capire se sta metabolizzando quanto accaduto. Perché era anche troppo lucido quando ha confessato, ha detto che si assumeva le proprie responsabilità e che vuole scontare la sua pena”, a parlare a MessinaToday è Gianni Miasi, legale di fiducia di Gaetano Nucifora, accusato dell'omicidio del 63enne ex agente di polizia in pensione da un paio d’anni.

Erano amici da tanti anni Gaetano e Giuseppe, in paese erano conosciuti come due persone tranquille, solari e affettuose. Testimone di nozze, Catania era stato vicino alla famiglia per tanti anni. Di recente qualcosa si era un po’ incrinato ma domenica scorsa, Nucifora ha appreso qualcosa che non aveva mai sospettato. Una relazione che era andata avanti per anni e poi finita tra Catania e sua moglie. Sarebbe stata la donna stessa a confidarglielo, secondo il racconto fornito dall'assassino agli inquirenti. E così quando l’indomani lo ha visto sul lungomare non ha resistito al rancore. La sua ira si è trasformata in furia omicida: è tornato a casa, ha preso il fucile mentre la moglie era nella stanza con la figlia che ha avuto di recente qualche problema di salute, ed è andato a cercarlo.

Una “esecuzione” plateale, davanti a tutto il paese dove poco prima Nucifora si era intrattenuto a giocare una partitella a carte con i compaesani. Poi è tornato a casa, si è infilato sotto la doccia. Uscendo, ha confessato il gesto alla moglie ed è andato dai carabinieri di Roccalumera, che erano già sulle sue tracce, per raccontare tutto. A raccogliere la testimonianza sono stati i carabinieri della Compagnia di Taormina al comando del capitano Giovanni Riacà e il sostituto procuratore di turno Roberta La Speme che coordina le indagini con il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio.

Un movente dunque dichiarato e chiaramente legato alla sfera intima e privata ma restano da chiarire diversi elementi sulla dinamica. Dall’autopsia, che sarà conferita domani pomeriggio al medico al medico legale Elvira Ventura, arriveranno altre risposte. Ora si aspetta che venga fissato anche l’interrogatorio di garanzia. “In quel contesto – anticipa l’avvocato Miasi - chiederemo naturalmente una perizia per capire le condizioni di salute e mentali del mio assistito che ora si trova al carcere di Gazzi".

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