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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Ponte sullo Stretto, l'appello a Conte: "Una inibitoria per fermare un progetto inutile che pagheremo caro"

L'intervento del legale del Wwf, Autora Notarianni, all'incontro con il presidente del M5Stelle. Sotto la lente anche il freno agli investimenti per il collegamento dinamico e le anomalie di un procedimento che “resuscita” la società Stretto

“Quello che ora ci tocca fare è un colpo di reni giudiziario per fermarli con una azione inibitoria al Tar o al Tribunale delle imprese perché questa società la smetta di spendere soldi pubblici per consulenze e per pagare pubblicità. Non si è mai visto che in un decreto legge ci sono 7 milioni di euro per le campagne promozionali al ponte. E’ una delle cose più oscene che si sia potuto vedere nella nostra repubblica”.

E’ l’invito rivolto ieri dal legale del Wwf Aurora Notarianni al presidente del M5S Giuseppe Conte a Messina per ribadire un secco no al Ponte sullo Stretto. “Un no non ideologico ma motivato dal fatto che qui non c'è nessuna utilità per la collettività”.

Numerosi gli interventi dei comitati cittadini contrari alla realizzazione  dell’infrastruttura che hanno messo in evidenza le tantissime criticità dell'opera: il “Comitato Invece del Ponte” con Elio Conti Nibali e Sergio De Cola, il “Comitato No Ponte Capo Peloro” con Mariella Valbruzzi, l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti e il Wwf con Aurora Notarianni.

E proprio quest’ultima ha proposto tra gli applausi una nuova strada per stoppare l’iter di un progetto che come ha detto lo stesso Conte presenta “tanta superficialità e frettolosità che diventa anche sospetta”.

Secondo l’avvocata degli ambientalisti ci sono infatti tutti i presupposti per una azione inibitoria, vale a dire l'azione mediante la quale si chiede la cessazione di un comportamento lesivo di un interesse giuridicamente rilevante. Uno strumento di tutela preventivo, volto ad impedire o quanto meno a far cessare, un comportamento lesivo, immediato dunque anche rispetto agli esposti in procura che si moltiplicano giorno dopo giorno.

L'ultima denuncia è quella presentata a Messina da un gruppo di professionisti. Arriva dopo quella firmata dal portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, quella dell'Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa), e sul fronte reggino, l'esposto di Rossella Bulsei, responsabile del comitato Titengostretto, l'avvocata Maria Grazia Fedele, il commercialista Giuseppe Fedele e il segretario del Pd villese, Enzo Musolino.

D’altra parte argomenti per contrastare il progetto del Ponte sullo Stretto ce ne sono a centinaia. Dalla relativa utilità ai costi esorbitanti, dall'impatto ambientale alla completa assenza di infrastrutture primarie in Calabria e in Sicilia, fino all'oggettiva priorità di utilizzare quelle risorse in altri servizi essenziali come sanità, istruzione, trasporto pubblico.

“Questo non è un ponte, non è un progetto, è un piano territoriale che occupa un territorio che va da Milazzo a Taormina, da Capo Spartivento a Lamezia Terme. Non è solo lo Stretto – ha spiegato  Notarianni – coinvolge due regioni, due mari, cinque province, 29 comuni che hanno bisogno di un sviluppo sostenibile, di valorizzare il proprio patrimonio naturale, archeologico e di bellezze paesaggistiche. E’ anche per questo che noi del Wwf, ma anche gli altri ambientalisti e gli amici dei Comitati ci battiamo per fermare quest’opera che drena risorse necessarie ad un territorio protetto dalla direttiva Natura2000, un baluardo per noi. Non sarà possibile per il progetto ponte superare la valutazione ambientale (LEGGI QUI) e sono felice di aver letto un nuovo parere negativo anche dalla direzione della Riserva della Laguna di Capo Peloro. Ma non c’è solo la direttiva ambiente, questo progetto, qualora si volesse studiare un collegamento stabile per la Sicilia, andrebbe sottoposto al Vas mai adottata”.

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Sotto la lente anche il freno che il progetto ponte ha messo gli investimenti per il collegamento dinamico e le anomalie di un procedimento che “resuscita” la società Stretto la stessa che nel 2011 “non era riuscita a trovare finanziatori privati”.

“Per questo fu sciolta – ha ricordato Notarianni - perché mancavano finanziamenti e valutazione ambientali. E ora chi c’è  nella società Stretto? Il ministro dell’economia e della Finanza. Ma c’è di più: il contraente generale, anche questo resuscitato, ha come maggiore partecipante ad Eurolink la Webuild che come socio ha la Cassa Depositi e prestiti. Ma lo abbiamo mai visto uno Stato che riversa ai privati 14 miliardi di euro a rischio pagamento solo da parte dei cittadini? E questo a fronte di  necessità impellenti come il dissesto idrogeologico, sanità, scuola, incendi”.

Secondo il legale sono state messe in atto procedure che potrebbero saltare in qualsiasi momento davanti alla Corte costituzionale o alla Corte di Giustizia. Da qui l’appello per una inibitoria che il M5stelle sta già valutando.

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