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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Il comandante Giardina racconta in tribunale l'aggressione subita, al via il processo per i fatti di via La Farina

Ieri la prima udienza che vede imputati i due ambulanti Salvatore e Carmelo Umberto Centorrino

È durata tre ore la prima udienza del processo per l'aggressione al comandante della polizia municipale Giovanni Giardina. Proprio lui ieri pomeriggio ha raccontato al giudice Adriana Sciglioi fatti di accaduti la mattina del 19 ottobre in via La Farina durante un controllo contro l'ambulantato selvaggio. Calci, pugni e colpi di pinza al volto del commissario poi trasferito in ospedale e costretto ad alcuni giorni di ricovero per le ferite riportate. Dell'aggressione rispondono Salvatore e Carmelo Centorrino, padre e figlio che dopo una breve fuga si erano presentati in caserma quella stessa sera accompagnati dal legale Filippo Pagano. Salvatore Centorrino resta ai domiciliari mentre il figlio Carmelo Umberto deve osservare l'obbligo di firma dopo un nuovo rigetto del tribunale alla richiesta di messa alla prova.

Giardina è invece assistito dagli avvocati Gianmarco e Salvatore Silvestro. I due legali hanno puntato su una nuova documentazione che attesta la maggiore gravità delle lesioni subite da Giardina. Da qui potrebbe cambiare il capo accusatorio su iniziativa della Procura. I Centorrino rispondono di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate. Si torna in aula il prossimo 15 marzo.

La vicenda

Lo scorso 19 ottobre il commissario Giardina è stato aggredito dopo aver chiesto i documenti a Salvatore Centorrino fermo con il suo camion in via La Farina e via Salandra. In un primo momento gli ambulanti furono fatti sloggiare dalla loro postazione ed era stato applicato il nastro rosso ma sono ritornati poco dopo sul posto a vendere la loro merce. Anche Giardina ha fatto ritorno e avrebbe dovuto procedere con le contestazioni del caso quando è scattata l’aggressione che ha lasciato il comandante esamine sull’asfalto. Padre e figlio si erano dati inizialmente alla fuga ma poi si sono presentati in caserma la stessa sera, giustificando il gesto con la rabbia e parlando di “accanimento nei loro confronti”.

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