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Cronaca Gazzi / Viale Gazzi

Un medico aggredito, la collega del Pronto soccorso scortata a casa: un giorno di ordinaria follia al Policlinico

E' successo di tutto da mattina a sera martedì tra Medicina d'Urgenza e il reparto di arrivo delle ambulanze dove i familiari di una paziente affetta da coronavirus e in gravi condizioni hanno combinato di tutto. La solidarietà del rettore agli operatori

Una dottoressa del reparto di Medicina d'Urgenza tirata dai capelli e spintonata a terra e sanitari del Pronto soccorso insultati dai familiari di una donna affetta da coronavirus in condizioni critiche. Il medico del Pronto soccorso a fine turno costretto a essere scortato a casa dalle Forze dell'Ordine. E' successo di tutto dalla mattina di ieri fino a sera al Policlinico universitario e eon è il primo caso al nosocomio di viale Gazzi. Secondo quanto si è appreso quando ai parenti è stato riferito che la loro congiunta era in gravi condizioni e doveva essere intubata il gruppetto è andato su tutte le furie sia al Pronto soccorso che dopo il trasferimento della paziente nei vicini locali di Medicina d'Urgenza dove il medico di turno ha subìto spinte ed è stato gettato a terra. Le è stato refertato un giorno di prognosi al Pronto soccorso, la collega scortata se l'è cavata senza ferite grazie all'intervento delle Forze dell'Ordine che l'hanno accompagnata nella propria abitazione. 

Il rettore Salvatore Cuzzocrea ha espresso a nome dell'Università la solidarietà ai sanitari aggrediti ribadendo: "La sua vicinanza a tutto il personale, medici, infermieri e amministrativi, che giornalmente nell’Azienda ospedaliera, in questa fase delicata della pandemia, è impegnato in prima linea a garantire i servizi e le cure all’utenza. Vero è che quanto accaduto non è direttamente riconducibile all’emergenza Covid, ma occorre anche notare, con dispiacere, come il contesto attuale e le difficoltà indotte dalla pandemia molte volte ingenerino la proposizione di osservazioni sterili, se non fuorvianti, e che in ogni caso tendono ad ingenerare nell’opinione pubblica una visione deteriore della maggiore struttura ospedaliera della nostra città, i cui operatori, pur tra mille difficoltà, non diversamente da quanto avviene nel resto del Paese, prestano la loro opera con professionalità, spirito di dedizione e sacrificio. L’Università rimane al fianco della sua Azienda ospedaliera e dei suoi operatori sanitari, docenti, ricercatori, infermieri e dirigenti delle diverse categorie, mediche e non; nei modi e secondo le modalità stabilite dalle leggi e dai protocolli d’intesa stipulati con la Regione Siciliana, condanna fermamente ogni atto vigliacco di violenza fisica e verbale contro di essi e, fermo rimanendo il diritto di critica civile e rispettosa, auspica un clima di maggior serenità e ponderatezza nei giudizi verso una Struttura che pur con tutte le criticità, presunte o tali, sta compiendo in questo momento il massimo sforzo a servizio della collettività e dei pazienti" - scrive il vertice dell'Ateneo. 

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