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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Terrorismo, Piantedosi dopo il fermo di un siriano sbarcato a Messina: "Riflettere su immigrazione senza controlli"

Il ministro plaude alle forze di polizia: "Conferma la capacità di svolgere una capillare attività di controllo anche in un momento di particolare pressione migratoria sulle nostre coste"

“È rassicurante che la professionalità e la competenza degli operatori della Polizia di Stato si siano confermate anche in occasione dell’arresto, in un cpr siciliano, di un giovane siriano indiziato di appartenere ad una pericolosa organizzazione terroristica internazionale".

Lo dichiara il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi dopo il  fermo di Polizia nei confronti di un 18enne siriano che sarebbe contiguo ad un’organizzazione terroristica di matrice jihadista. I poliziotti hanno eseguito il provvedimento per partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo: il giovane era già collocato presso il Cpr di Pian del Lago a Caltanissetta, poiché indiziato di aver combattuto tra le fila di Jabhat al Nusra.

In occasione dei sistematici controlli di sicurezza effettuati dalla Polizia sui migranti che sbarcano sulle coste italiane, la sera dell’11 marzo scorso l’attenzione dei poliziotti della Questura siciliana si è focalizzata sul giovane siriano - soccorso in mare a largo delle coste siciliane da un pattugliatore della Guardia di Finanza e giunto al molo di Messina unitamente ad altri 222 stranieri - alla luce delle dichiarazioni rese, apparse contraddittorie, e dei contenuti presenti sul telefono, elementi dai quali è stata desunta la sua possibile aderenza ad una organizzazione terroristica di matrice jihadista operante in Siria.

Il prosieguo delle indagini, delegate dalla Procura Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Messina e supportate dalla locale Digos e dal Servizio per il Contrasto all’Estremismo e al Terrorismo Esterno della Dcpp (Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione), con l’ausilio della Sezione della Polizia Postale di Messina, ha quindi consentito di recuperare i files che il fermato aveva “cancellato” dal device, tra cui numerose chat e contenuti mediatici inneggianti alla jihad da cui è emersa chiaramente la sua militanza, anche con un ruolo di comando intermedio, tra i siriani combattenti per Jabhat al Nusra.

"Questa operazione - ha detto il ministro -  infatti, conferma la capacità di svolgere una capillare attività di controllo anche in un momento di particolare pressione migratoria sulle nostre coste. Questo episodio dovrebbe indurre ad una maggiore riflessione da parte di chi sottovaluta gli effetti di una immigrazione che si vorrebbe senza controlli e le sue ripercussioni in termini di sicurezza”.

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