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Economia

Sanità privata, il Gruppo Giomi riconosce ai lavoratori il pagamento dell'una tantum

E' quanto descrive la Funzione Pubblica Cgil che commenta con soddisfazione la decisione aziendale

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MessinaToday


Grande soddisfazione del segretario generale della FP CGIL Francesco Fucile e del segretario provinciale con delega alla sanità Antonio Trino: «Siamo contenti che i lavoratori, grazie alle nostre battaglie, finalmente prenderanno ciò che gli spetta, ma restiamo con l’amaro in bocca per il comportamento assunto dal Gruppo»

Qualche settimana fa la FP CGIL di Messina raccontava dello spiacevole attegiamento assunto dal Gruppo Giomi che, in barba alle previsioni contrattuali contenute nel nuovo CCNL Sanità Privata 2016-2018 e ad un dispositivo del Tribunale del lavoro, si rifiutava di corrispondere al lavoratore ricorrente (dirigente sindacale della FP CGIL e sostenuto dall’organizzazione sindacale durante la fase legale), il riconoscimento dell’una tantum, pari a 1000 euro, previsto nel nuovo CCNL e promuoveva contro lo stesso opposizione al ricorso. «A distanza di qualche giorno da quanto vi abbiamo riferito – affermano il segretario generale della FP CGIL di Messina, Fracesco Fucile e il segretario provinciale con delega alla sanità, Antonio Trino -, apprendiamo che il Gruppo Giomi stia finalmente procedendo al pagamento dei 1000 euro, quasi a voler dire che sia l’azienda a decidere quando riconoscere ai lavoratori i loro diritti contrattuali e non certo il sindacato a poterli rivendicare. Tale convinzione - continuano Fucile e Trino -, nasce dal fatto che non ci risulta che la Regione abbia versato il dovuto al gruppo GIOMI, per cui se è vero quanto da loro in precedenza affermato, ovvero che il mancato riconoscimento dell’una tantum fosse legato all’inadempienza regionale, nulla è cambiato se non lo scossone della nostra presa di posizione. Inoltre - continuano i due sindacalisti - , è chiaro il messaggio inviato: tutti prenderanno i soldi tranne il nostro dirigente sindacale che dovrà aspettare i tempi della giustizia. Oppure, volendo dare un’altra chiave di lettura, diametralmente opposta, il Gruppo ha deciso di pagare perché spaventato dal fatto che altri lavoratori, spazientendosi, avrebbero proposto altri decreti ingiuntivi facendo lievitare i costi per il gruppo stesso. Ad ogni buon conto - concludono Fucile e Trino -, siamo contenti che dipendenti, grazie alle nostre battaglie, finalmente otterranno ciò che gli spetta. Restiamo però con l’amaro in bocca per il comportamento assunto dal gruppo GIOMI, un comportamento che dimostra come l’imprenditoria privata sia votata al mero lucro e non al rispetto dei diritti delle maestranze, le stesse che gli permettono di raggiungere gli obiettivi».


 

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