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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

Mancano operai specializzati e il 40% dei posti offerti resta vacante, Messina soffre come tutta la Sicilia

La difficoltà delle imprese a trovare nell'isola lavoratori qualificati. Nella città dello Stretto un fabbisogno di 41mila tecnici. E le imprese fanno ricorso agli immigrati

In Sicilia tanti cercano un lavoro e tante imprese cercano di assumere, ma domanda e offerta non riescono a incontrarsi. Quasi sempre la causa sta nella corsa delle imprese a specializzarsi per competere, mentre il settore dell’istruzione e formazione professionale non riesce a tenere il passo. Per provare a mettere in linea i due mondi, la Fondazione nazionale Consulenti per il lavoro, l’Università di Palermo, Confindustria Sicilia, la Consulta regionale dei consulenti del lavoro della Sicilia e l’Ordine dei consulenti del lavoro di Palermo organizzano per lunedì 18 marzo, alle 9, allo Steri, a Palermo, un convegno dedicato all’orientamento, sul tema 'Favorire l’occupabilità e accompagnare i giovani nelle transizioni'. "Il divario tra istruzione-formazione e mercato del lavoro, in Sicilia come nel resto d’Italia, è un fatto innegabile, ma l’Università di Palermo già da due anni ha invertito la tendenza", dice il rettore di Unipa, Massimo Midiri.

A misurare la distanza in Sicilia tra formazione e mondo del lavoro ci ha pensato il Bollettino annuale Excelsior realizzato da Unioncamere e Anpal. Nel 2023 le imprese siciliane che hanno provato ad assumere sono state il 59% del totale (rispetto al 57% del 2022) e hanno programmato 301.190 ingressi di personale, cioè 13.150 in più rispetto al 2022, e nel 28% degli annunci si ricercavano espressamente giovani.

Ma il maggiore fabbisogno di dipendenti non si è tradotto in un significativo incremento dell’occupazione nell’Isola, perché la difficoltà di reperire candidati idonei è aumentata dal 35 al 40%: il 22% dei posti offerti non è stato coperto per mancanza di candidati, il 13,5% per preparazione inadeguata e il 4% per altri motivi. Tant’è che nel 15% dei casi le imprese hanno dovuto fare ricorso all’assunzione di immigrati. In dettaglio, si volevano assumere 54.830 operai specializzati, 34.390 professionisti tecnici, 18.900 dirigenti o appartenenti alle professioni intellettuali e scientifiche e con elevata specializzazione, 31.530 conduttori di impianti e operai di macchinari, 100.580 unità delle professioni qualificate nel commercio e nei servizi, 37.280 addetti delle professioni non qualificate e 23.680 impiegati.

A livello provinciale e richieste erano così ripartite: Trapani, 26.190; Palermo, 75.370; Messina, 41.700; Agrigento, 20.490; Caltanissetta, 14.890; Enna, 5.890; Catania, 67.750; Ragusa, 22.200; Siracusa, 25.980. Su 34.410 posizioni rivolte ai giovani fino a 29 anni, 18.680 sono rimaste vacanti (42% la media), con questi picchi: 76% di introvabili per meccanici artigianali, 75% per specialisti di scienze della vita, 68% per fonditori, saldatori e lattonieri, 68% per tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi, 60% per operai specializzati in installazioni e manutenzioni elettriche, 59% per operai specializzati nelle rifiniture delle costruzioni, 58% per tecnici informatici e delle Tlc, 55% per operatori della cura estetica, 50% per addetti della ristorazione e 48% per operai edili specializzati. I settori che più ricercano giovani sono stati commercio, servizi culturali e sportivi, turismo e ristorazione, sanità e costruzioni. Quanto ai settori per l’intera collettività, l’offerta di lavoro riguardava 67.560 ingressi nel turismo e ristorazione, 47.740 nelle costruzioni, 46.530 nel commercio, 26.630 nella sanità e nei servizi alla persona e 20.090 nei servizi di trasporto e logistica.

Fonte: Adnkronos

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