rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

Stipendi e pensioni: ecco cosa ha deciso il Governo

Lunedì 16 ottobre il consiglio dei ministri dovrà approvare il documento di programmazione economica da inviare a Bruxelles e arrivano indicazioni su come cambieranno stipendi e pensioni con la nuova manovra di bilancio

Ritmi di lavoro serrati per il Governo alle prese non solo con la legge di bilancio 2024. Lunedì mattina, 16 ottobre, si terrà un Consiglio dei ministri sulla manovra finanziaria ma anche sul Documento di programmazione di bilancio (Dpc) da inviare subito a Bruxelles. Sotto la lente dei ministri anche il decreto fiscale collegato alla finanziaria.

Nelle settimane successive si passerà alla legge di bilancio, che come più volte detto, sarà caratterizzata da risorse limitate nonostante l’ampliamento del deficit di 15,7 miliardi di euro. L'aumento del debito pubblico italiano non è sfuggito all'agenzia di rating Fitch che parla di un "particolare allentamento della politica fiscale rispetto agli obiettivi precedenti" ma il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti replica: "Le agenzie fanno loro mestiere. Io ho a che fare con il Parlamento e con le famiglie che, specialmente quelle a reddito basso, stanno soffrendo e non posso ignorarlo".

Legge di Bilancio 2024: faro su redditi bassi, famiglia e sanità

In vista della riunione Palazzo Chigi smentendo ipotesi di sanatorie fiscali o edilizie spiega come il governo sia concentrato su tutela delle pensioni più basse e delle famiglie con redditi medio bassi, sulle famiglie e sulla sanità. Previsto la conferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi medio bassi, ma anche sull’avvio del rinnovo dei contratti pubblici, con particolare riferimento al comparto sanitario.

La premier Giorgia Meloni, preoccupata dal conflitto in Medio Oriente, ha poi invitato tutti alla "prudenza" sulla manovra anche nel passaggio parlamentare, chiedendo a tutte le forze politiche di ridurre al minimo gli emendamenti. In attesa che inizi la sessione di bilancio, il Parlamento ha approvato lo scostamento da quasi 16 miliardi e la Nadef. La Camera e il Senato, con deputati e senatori al gran completo per non ripetere l'inciampo di aprile sul Def, hanno approvato le risoluzioni di maggioranza con 224 sì e 127 no e con 111 sì e 69 no.  

Proprio grazie a un maggior indebitamento per 3,2 miliardi il Governo conta di assicurare il conguaglio anticipato dell'adeguamento Istat per le pensioni 2024, misure per il personale della pubblica amministrazione e alla gestione dei flussi migratori.

Decreto fiscale: 100 euro in più in busta paga

Contemporaneamente alla manovra è atteso l'avvio della riforma fiscale, che dovrebbe prevedere il taglio delle aliquote Irpef da quattro a tre. Questo intervento combinato al taglio del cuneo fiscale dovrebbe portare fino a 100 euro al mese nelle buste paga dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi. Nella delega fiscale potrebbe trovare spazio anche un progetto di legge della Lega per l'abolizione del maxi acconto fiscale di novembre per autonomi e partite iva.

Nelle scorse settimane il viceministro all'economia Maurizio Leo aveva parlato di una revisione del calendario degli adempimenti, sia per le dichiarazione sia per i termini di versamento, oltre alle misure per favorire un nuovo rapporto tra fisco e contribuente, come il concordato preventivo biennale e la cooperative compliance.

Per far cassa verranno inserite anche nuove norme per l'avvio della global minimum tax a partire dal 1° gennaio 2024, la tanto attesa tassa sui colossi del web che potrebbe garantire un gettito stimato intorno ai 2-3 miliardi di euro.

In pensione con Quota 103

La tanto attesa riforma sulle pensioni, invece, slitterà al prossimo anno per mancanza di risorse. Il governo sembra intenzionato a prorogare Quota 103, la misura che permette di lasciare in anticipo il lavoro alle persone con 62 anni di età e 41 anni di contributi, e l'Ape sociale per i lavoratori disagiati, con un possibile ampliamento della platea.

Su Opzione Donna, invece, l'esecutivo sembra voler restare fermo sulla soglia anagrafica dei 60 anni, lasciando inascoltate le richieste dei sindacati di ripristinare i requisiti in vigore nel 2022: 58 anni per le lavoratrici dipendenti, 59 per le autonome con 35 anni di contributi.

Fonte: Today 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Stipendi e pensioni: ecco cosa ha deciso il Governo

MessinaToday è in caricamento