rotate-mobile
Giro di vite

Superbonus, cosa cambia dal 2024 e cosa è stato deciso con la manovra

Il ministro dell’Economia Giorgetti boccia l'ipotesi di ulteriori proroghe. Cosa può fare chi non finisce i lavori entro fine anno e chi li deve ancora iniziare

Niente aperture, niente proroghe. Sul Superbonus il governo Meloni tira dritto: vuole archiviare al più presto il vecchio impianto di agevolazioni che sono risultate troppo costose per le casse dello Stato. La strada è quella intrapresa già nei mesi scorsi, quando sono state decise modifiche via via più restrittive. Il 2024 sarà l'anno dell'ulteriore giro di vite: addio allo sconto in fattura e alla cessione del credito. Sopravvive solo la detrazione in dieci anni. La conferma è arrivata ieri, 16 ottobre, con l'ok del Consiglio dei ministri alla manovra. Vediamo cosa cambia per chi ha una ristrutturazione in corso e per chi invece deve ancora iniziarla.

Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, rispondendo in conferenza stampa alle domande sul Superbonus è stato netto: "Lo sconto in fattura l'abbiamo già abolito, ciononostante la dinamica del Superbonus continua imperterrita. Noi non abbiamo fatto nessun intervento in legge di bilancio su questo. I lavori devono essere completati entro la fine dell'anno, se si vuole beneficiare dello sconto in fattura. Altrimenti parte il meccanismo delle detrazioni senza la possibilità di sconto in fattura e cessioni, salvo quelli maturati in precedenza". 

Cosa significa? Il "vecchio" Superbonus dava come opzione oltre alla detrazione, lo sconto in fattura sulla somma dovuta (anticipato dal fornitore e da quest’ultimo recuperato come credito d'imposta, ndr) o la cessione di un credito d'imposta ad altri soggetti corrispondente alla detrazione spettante. 

A febbraio 2023 si è deciso lo stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito d’imposta per i nuovi interventi. Si sono "salvati" i lavori in corso prima dell'entrata in vigore delle nuove norme o per i quali era stata presentata la Cilas o altra comunicazione necessaria per l'avvio dei lavori.

Adesso il governo procede su questa linea. In concreto chi ha lavori in corso ma non li finisce entro il 31 dicembre prossimo nel 2024 non avrà più scelta: per le fatture che restano da pagare da gennaio in poi c'è solo l'opzione della detrazione diretta. Tramontano definitivamente lo sconto in fattura e la cessione del credito.

In gioco c'è l'esigenza di contenere i contraccolpi del Superbonus, ma anche di consentire a chi ha avviato gli interventi di portarli a termine e resta sullo sfondo l'esigenza di proseguire con l'efficientamento energetico del patrimonio immobiliare. Direttrici da tenere insieme con strumenti più efficaci nel rapporto costi-benefici rispetto al Superbonus.   

"Le poche risorse di cui disponiamo le vogliamo concentrare su chi ha più bisogno", ha detto la premier Giorgia Meloni. "Il quadro è chiaramente abbastanza complesso: noi nel 2024 avremo circa 13 miliardi euro di maggiori interessi sul debito, da pagare in forza delle decisioni assunte dalla Bce, e circa 20 di Superbonus. L'aumento dei tassi e il Superbonus fanno complessivamente più della manovra di bilancio".

Fonte: Today.it

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Superbonus, cosa cambia dal 2024 e cosa è stato deciso con la manovra

MessinaToday è in caricamento