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Elezioni regionali 2018

Meloni dopo le dimissioni di Musumeci: "Merita fiducia", De Luca: "Gli hanno promesso un posto da sottosegretario"

L'addio su Facebook è, per ora, l'ultimo atto della guerriglia con Miccichè, che ha convocato l'Ars per comunicare ai ufficialmente ai deputati l'election day il 25 settembre. Incerta la presenza dell'ormai ex governatore. Il centrosinistra scalda i motori, Barbagallo e Di Paola: "Cinque anni di fallimenti, pronti a votare". Tutte le reazioni

Dopo le dimissioni in diretta facebook di Nello Musumeci, con un giorno d’anticipo rispetto le “previsioni” toccherà stamattina al presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè comunicare ufficialmente ai deputati quanto anticipiato ieri dall'ormai ex governatore: l'election day il 25 settembre assieme alle Politiche.  

Le dimissioni del governatore definite da Giorgia Meloni un atto “di buon senso e lodevole spirito istituzionale che consente un notevole risparmio fi denaro pubblico”, sono l'ultimo atto della guerriglia fra Miccichè e Musumeci, che oggi potrebbe anche non essere presente all'Ars. Intanto fioccano le reazioni. 

A partire dal suo antagonista per eccellenza, il leader di Sicilia Vera Cateno De Luca pronto a chiudere – assicura - “nel giro di due giorni tutte le liste”.

“Ieri abbiamo avuto la bella notizia delle dimissioni di Musumeci – ha detto De Luca – si è dimesso mi dicono perché ha ottenuto un collegio sicuro per Ruggero Razza e a lui è stato promesso un posto da sottosegretario. Il suo segretario particolare sembra che rimanga disoccupato ma più che promettergli di fare il portaborse non hanno potuto fare. Il posto blindato per il suo segretario è saltato ma è riuscito a garantire Razza e se stesso per i prossimi cinque anni”.

E per Fratelli d’Italia anche le razioni del senatore Ignazio La Russa: "Credo che i siciliani siano grati a Nello Musumeci che con questa decisione ha messo fine ad un dibattito autolesionistico promosso da alcuni esponenti di partiti alleati. Un dibattito durato sin troppo e capace di danneggiare tutto il centrodestra prima ancora che lo stesso Presidente della Regione. La decisione di Musumeci consente di risparmiare denaro pubblico ed evitare ai siciliani due campagne elettorali a stretto giro. A lui va la mia gratitudine per quanto fatto in questi anni per la Sicilia e che spero possa continuare a fare".

Nel centrodestra si fa sentire anche Totò Cuffaro. Il commissario regionale della Dc Nuova richiama gli alleati a "trovare un candidato unitario". "L'intera coalizione - dichiara Cuffaro - è chiamata al senso di responsabilità. Occorre lavorare per trovare una candidatura nella quale tutta la coalizione possa riconoscersi e con la quale potere affrontare una campagna elettorale da un lato, difficile anche perchè la gente dovrà esprimere più voti, per la Camera, il Senato e la Regione, e dall'altro, complicata perchè la ricerca del consenso e l'illustrazione del programma del candidato alla presidenza della Regione, in cui i partiti dovranno riconoscersi, avverrà in un clima torrido, con i siciliani in vacanza e per di più sfiduciati dalla politica. Bisogna fare presto e bene".

Sulle candidature un nome caldo è quello di Stefania Prestigiacomo di Forza Italia. Ieri il leader azzurro Silvio Berlusconi avrebbe chiesto alla deputata siracusana la disponibilità a candidarsi alla presidenza della Regione Siciliana e quest'ultima avrebbe accettato. Nei giorni scorsi invece la Lega aveva fatto il nome di un altro deputato: Alessandro Pagano.  

Se Forza Italia ancora non esce con dichiarazioni ufficiali, a farlo è invece la Lega con il commento del segretario regionale Nino Minardo: "Le dimissioni del presidente Musumeci e il conseguente election day che il 25 settembre vedrà l'accorpamento del voto per le regionali con quello per le politiche colgono in pieno la linea e l'auspicio che la Lega aveva espresso in questi giorni".

Nel centrosinistra si fa sentire il Pd, con il segretario regionale Anthony Barbagallo, afferma: "Per la seconda consecutiva volta un governatore di centrodestra si dimette senza attendere la scadenza naturale del mandato. Ora tocca a Nello Musumeci che, alla fine, ha annunciato le sue dimissioni via Facebook. E' l’epilogo fin troppo naturale per un centrodestra litigiosissimo e di una legislatura che sarà ricordata soltanto perché è la peggiore della storia. Noi siamo pronti a scendere in campo per vincere".

Rincara la dose il capogruppo del Movimento 5 Stelle all'Ars Nuccio Di Paola: "Dopo quasi 5 anni di fallimenti, di record negativi, di emergenze mai risolte, di riforme annunciate ma mai veramente concretizzate, finalmente il presidente Musumeci ha fatto una cosa buona per la Sicilia e i siciliani: si é dimesso. Peccato che lo abbia fatto tramite un video su Facebook e che negli 8 minuti e 28 secondi del video non abbia mai pronunciato la parola 'dimissioni', ma abbia preferito usare la parola 'elezioni'. Per fortuna la parola torna agli elettori (il 25 settembre) che non vedevano l'ora di archiviare Musumeci e il suo fallimentare governo".

Sulle dimissioni del presidente Musumeci e il conseguente election day anche il commento del segretario della Lega in Sicilia Nino Minardo: "Colgono in pieno la linea e l'auspicio che la Lega aveva espresso in questi giorni. Noi, del resto, per entrambe le elezioni abbiamo già liste colme di candidati fortissimi in tutte le province e siamo pronti a governare la Sicilia. Dopo decenni di chiacchiere faremo in modo che il Ponte sullo stretto di Messina diventi realtà e unisca la nostra isola all'Europa - aggiunge -, garantiremo una politica seria e dignitosa di contenimento dell'immigrazione clandestina, daremo risposte concrete ad ogni porzione di territorio della nostra Regione. Concetti che, tra l'altro, abbiamo ribadito proprio in queste ore assieme al nostro leader, Matteo Salvini, in visita in Sicilia".

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